L’AQUILA – I fattori alla base della crisi economica e occupazionale che sta attanagliando il nostro territorio si possono descrivere per cerchi concentrici: c’è un Paese fermo e a crescita zero dove però, per esigenze di bilancio, si continuano ad operare tagli indiscriminati ai servizi essenziali e non si ammettono deroghe al patto di stabilità nemmeno per i Comuni terremotati; una Regione che da anni ha rinunciato ad investire seriamente sulle attività produttive; e una città terremotata dove la ricostruzione delle case e delle chiese, per non parlare di quella delle fabbriche, è ancora sostanzialmente ferma.

Cassa integrazione: + 8% nei primi 4 mesi del 2011

I dati INPS sulle ore di cassa integrazione autorizzate nella provincia dell’Aquila commentati stamane dal segretario della CGIL Umberto Trasatti sono drammatici. Nei primi quattro mesi del 2011, nella provincia dell’Aquila, c’è stato un incremento del 7% delle ore di CIG rispetto allo stesso quadrimestre del 2010 (si è passati da 2 milioni e 700 mila ore a 2 milioni e 920 mila ore). Il dato preoccupante, però, è che si è registrato un aumento del 38% della cassa integrazione in deroga, che, com’è noto, è l’ultimo ammortizzatore sociale a disposizione dei lavoratori che hanno perso il posto.
Contestualmente in Italia c’è stata una diminuzione del 21% delle ore di CIG rispetto al primo quadrimestre 2010 (ma siamo sempre nell’ordine delle 325 milioni di ore, una cifra enorme) e in Abruzzo del 7% (ma rimane sempre una delle regioni più in difficoltà). Questo vuol dire che se l’Abruzzo è una delle cenerentole d’Italia, L’Aquila è la cenerentola d’Abruzzo.

Trasatti: “Le nostre proposte continuano ad essere ignorate”

“Da tempo ormai denunciamo questo stato di cose” ha affermato Umberto Trasatti “e non siamo certo gli unici. Anche Confindustria e Camera di Commercio hanno più volte richiamato l’attenzione sulla drammatica crisi economica e occupazionale aquilana. Come sindacato presentammo, l’anno scorso, insieme alle altre confederazioni del lavoro e tutte le principali associazioni di categoria, un documento in cui erano scritti nero su bianco gli strumenti minimi che il commissario delegato alla ricostruzione e il governo avrebbero dovuto adottare per dare respiro a questa nostra terra martoriata. Vorrei ricordare solo qualche proposta: il finanziamento dei contratti di programma per le aziende del settore farmaceutico, per quelle di Finmeccanica come Alenia e per quelle della Valle Peligna; la deroga al patto di stabilità; una modifica dei meccanismi di finanziamento della zona franca urbana, affinché, quando e se arriverà, possano beneficiarne anche le imprese già presenti sul territorio. Ebbene, a questo documento non è stata data ancora una risposta concreta. La settimana prossima” ha concluso Trasatti “il comitato attività produttive che ha redatto il documento è stato convocato di nuovo: speriamo di portare a casa qualche risultato”

Il caos delle municipalizzate e del settore trasporti

Insieme a Trasatti era presente stamane anche Domenico Fontana, responsabile della Filt CGIL (il settore che tutela i lavoratori dei trasporti), il quale ha parlato delle vertenze riguardanti Anas, Centro turistico Gran Sasso e Ama. “76 precari Anas, alcuni dei quali hanno anche 17 anni di servizio, sono stati mandati a casa, per via della finanziaria che ha imposto tagli del 50% al personale del settore pubblico con contratti a termine. Su questa vicenda abbiamo sollecitato il consiglio regionale e siamo stati ricevuti anche dal presidente Nazario Pagano, il quale si è detto disponibile a fare da tramite con il capo compartimento regionale dell’azienda. Siamo in attesa di ulteriori sviluppi”.
E veniamo alla complessa vicenda delle municipalizzate. Fontana ha iniziato parlando del Centro turistico del Gran Sasso “sul quale tutti gli attori coinvolti si stanno esercitando a dire tutto e il contrario di tutto. Secondo noi tutte queste aziende partecipate non possono essere spacchettate e viste singolarmente. Dobbiamo fare un percorso di riorganizzazione complessivo, perché parliamo di più 500 dipendenti. Dobbiamo vedere dove si possono fare nuovi investimenti per produrre ricchezza e dove, invece, occorre razionalizzare. A tal proposito vorremmo richiamare la politica a rispettare l’accordo di programma che era stato fatto con il Comune, accordo in cui avevamo chiesto la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali. Oggi questo gioco ad alzo zero a chi la dice più grossa non fa altro che danneggiare i 30 dipendenti che dopo la fine di Giugno rischiano di rimanere senza stipendio”.
Sempre a proposito delle aziende partecipate “un’altra nota polemica” ha proseguito Fonatana “viene dall’Ama, che è alle prese con le conseguenze dei tagli al fondo regionale trasporti. L’azienda ha pensato bene di applicare, unico caso in Italia, il patto di stabilità a discapito dei suoi dipendenti. E’ stata una decisione cervellotica oltre che sbagliata, visto che il patto di stabilità vale solo per i dipendenti pubblici, mentre quelli dell’Ama hanno un contratto di tipo privatistico. In nessuna azienda di trasporti italiana è stata presa una decisione simile”.

Fontana ha concluso il suo intervento parlando della fusione ARPA – Paolibus e tornando per un attimo sulla polemica scatenatasi nei giorni scorsi a proposito dei 100 milioni di euro che il governo aveva deciso di destinare alla rete ferroviaria del Cratere e che sono stati in parte dirottati su altre tratte:”Se dei 100 milioni ne arrivassero solo 25″ ha detto Fontana ” non avrebbe più senso realizzare il progetto di metro di superficie approvato dalla precedente amministrazione provinciale. Vorrei ricordare, inoltre, che dal 25 Luglio al 4 Settembre sulla tratta Sulmona – L’Aquila – Terni verranno soppresse le corse di tutti i treni, ragion per cui tutti i pendolari dovranno utilizzare gli autobus che però hanno tempi di percorrenza doppi”. Per quanto riguarda l’ARPA, infine, Fontana si è augurato”che vada a buon fine la fusione con Paolibus. Siamo alla fase finale e speriamo che vengano trovati i soldi per completare l’operazione, che permetterebbe di salvare 30 posti di lavoro della stessa Paolibus”.

Di Roberto Ciuffini

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