L’AQUILA – A dare per primo la notizia è stato il sito web “Primadanoi”. Il pm della Procura dell’Aquila, David Mancini, ha chiesto l’archiviazione per i giornalisti dei quotidiani “Repubblica”, “Libero” e “Il Giornale” contro i quali Massimo Cialente aveva sporto querela per una serie di articoli comparsi fra la fine del 2009 e l’inizio del 2010.

Cialente e il resort di lusso a Tortoreto

Negli articoli in questione venne data notizia che Cialente, subito dopo il terremoto, fu ospitato, insieme a una trentina di persone appartenenti o riconducibili alla sua famiglia, in un lussuoso resort di Tortoreto, una villetta di 110 mq con tanto di tv al plasma, garage, piscina idromassaggio e giardino panoramico, del valore di 400 mila euro. Un ricovero un po’ troppo sfarzoso se paragonato alle tende e alle “normali” camere d’albergo. Soprattutto, una struttura di proprietà di due importanti imprenditori aquilani: Romano Marinelli e Giulio Vittorini, soci del consorzio “Federico II”, finito nelle carte della Procura di Firenze nell’ambito delle indagini per le tangenti nella Protezione civile. Secondo i giornalisti dei tre quotidiani, infatti, il sindaco, in un secondo momento, si sarebbe “sdebitato” con i suoi munifici ospiti affidando loro alcuni lavori in deroga nell’ambito della ricostruzione.

Cialente negò tutto e sporse querela, sostenendo che, dopo il terremoto, non si era mai mosso dall’Aquila, vivendo dentro una roulotte.

Il pm della Procura dell’Aquila ha chiesto l’archiviazione per i giornalisti querelati sostenendo che negli articoli, pur essendo stati fatti alcuni “ragionamenti iperbolici”, non c’erano però “toni incontinenti e oggettivamente diffamatori” e anzi riconoscendo che i fatti e i temi trattati erano “di interesse pubblico”.
La decisione del gup è attesa per il 31 Maggio.

Sui fatti riportati negli articoli, nel frattempo, si è messa ad indagare la polizia giudiziaria. Come riporta sempre il sito “Primadanoi”, “la polizia giudiziaria ha accertato che dall’8 Aprile al 25 Maggio 2009 il sindaco risulta aver alloggiato presso un camping a Roseto degli Abruzzi. Tre in totale le fatture ritrovate a nome del sindaco e della sua famiglia. Ma dal 25 Maggio al 4 Ottobre Cialente si sposta nella struttura di lusso a Tortoreto. A confermarlo il titolare e anche 6 fatture. ‘Entrambe le strutture ricettive hanno fatturato la presenza quotidiana di Massimo Cialente e dei suoi familiari’ scrive il pm ma i titolari hanno confermato alla polizia giudiziaria di non aver mai materialmente controllato la presenza effettiva degli ospiti”.

In sintesi, secondo la ricostruzione fatta dalla polizia giudiziaria, accadde questo: i proprietari delle strutture ricettive di Roseto e Tortoreto registrarono e fatturarono alla Protezione civile la presenza di Cialente anche se quest’ultimo in pratica non c’era mai. Secondo il pm Cialente non avrebbe colpe perché non era tenuto a sapere che il camping e il resort fatturavano anche per lui. I proprietari delle strutture, però, loro non potevano non sapere: che Cialente in quei giorni non si trovava a Tortoreto ma all’Aquila e che dunque non poteva essere messo nel registro delle presenze.

Secondo quanto si legge sulla richiesta di archiviazione del pm, risulta inoltre che sia il resort che il camping hanno restituito alcune somme di denaro “erroneamente percepite”. Quello che ancora non si sa o non si è capito è se queste restituzioni si riferiscano proprio a Cialente e se siano state fatte prima o dopo la comparsa delle inchieste di Repubblica, Libero e Il Giornale.

I lavori affidati ai proprietari del residence

Nell’istanza di archiviazione sono contenute informazioni anche sui presunti affidamenti dei lavori in deroga agli imprenditori proprietari del resort in cui soggiornò Cialente. Secondo il pm, è vero che questi affidamenti ci furono ma non ci sono prove che furono commessi dei reati da parte del sindaco o di qualcun altro.
Rispetto a tutta questa faccenda, come scrive il pm, si possono solo “profilare dibattiti in tema di opportunità, compatibilità, soluzioni amministrative ma trattasi di considerazioni attinenti alla politica, dal versante degli amministratori, in ordine ai quali è ammissibile la critica politica da parte dei giornalisti. Non sono questioni che riguardano il giudice penale al quale è affidato il compito di verificare che nei casi concreti non vi sia un travalicamento dei diritto di critica, che non pare esistente in concreto”.

La parola al gup

Come accennato, il 31 Maggio il giudice per l’udienza preliminare dovrà pronunciarsi sulla richiesta del pm. Richiesta contro la quale l’avvocato di Cialente si è opposto, nonostante sia stato dimostrato come il contenuto degli articoli fosse più che veritiero.

Questa vicenda è l’ennesima riprova di come ci siano molte persone, soprattutto fra politici e uomini di potere, dalla querela facile; soggetti per i quali la querela non è uno strumento di difesa ma un atto intimidatorio, usato nei confronti dei giornalisti a prescindere dal contenuto dei loro articoli.


Roberto Ciuffini

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