L’AQUILA – Nel primo trimestre 2011, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’occupazione femminile in Abruzzo ha fatto registrare una crescita abbastanza significativa, passando da 191.000 a 201.000 unita’, pari a +5,2 per cento. Un dato importante, considerando che in Italia, nel medesimo periodo e nella stessa tipologia di riferimento, il tasso di crescita e’ stato dell’1,9 per cento.
E’ il quadro piu’ recente delineato dall’economista Giuseppe Mauro, in controtendenza con i dati relativi al 2010, contenuti, tra l’altro, nel rapporto annuale pubblicato dal Cresa (Centro regionale di studi e ricerche economico sociali, istituito dalla Camere di commercio abruzzesi), e presentato ieri alla stampa.
Per il prof. Mauro ”questa crescita sostenuta dell’occupazione femminile trova giustificazione vuoi nella leggera ripresa produttiva dell’economia abruzzese, vuoi nelle iniziative di sostegno che la Regione, attraverso l’assessorato al Lavoro, ha posto in essere con politiche che hanno riscosso un indubbio successo”. L’immissione nel mercato di manodopera femminile ha comportato, sempre nel primo trimestre 2011, un incremento del tasso generale di occupazione in Abruzzo di 2 punti percentuali.
”Oggi il tasso di occupazione nella nostra regione – osserva Giuseppe Mauro – si attesta intorno al 45,1 per cento; un indicatore nettamente superiore alla media del Mezzogiorno che non va oltre il 30-31 per cento”. ”E’ la conferma – fa notare in conclusione – che laddove c’e’ crescita di occupazione femminile gli effetti positivi si distribuiscono su tutto il sistema economico. E questo perche’ aumenta la stabilita’ familiare e con essa aumentano consumi e reddito”.
IL COMUNICATO ASCA DI IERI
Economia. Mauro: “Donne ai margini, servono politiche di sostegno”
L’incremento dell’occupazione femminile aumenta reddito, sicurezza e stabilita’ familiare; porta ad un innalzamento dei tassi di natalita’; fa crescere i consumi; implica l’esternalizzazione dei servizi tipicamente familiari, con conseguente creazione di un indotto significativo.
A tali indubbi vantaggi, si aggiungono le considerazioni che le donne sono portatrici di livelli di istruzione particolarmente elevati e che lo sviluppo economico e tecnologico e l’ampliamento del settore dei servizi riducono il vantaggio competitivo maschile.
E’ la premessa che l’economista Pino Mauro, componente il Comitato scientifico, fa nel suo intervento sull’universo ”occupazione femminile”, contenuto nella pubblicazione del Cresa (Centro regionale studi e ricerche economico sociali), presentata oggi all’Aquila. ”Nonostante cio’ – sostiene Mauro – nel mercato del lavoro abruzzese le risorse femminili non vengono ancora adeguatamente impiegate, essendo occupate specialmente nel lavoro atipico e nel settore irregolare dell’economia”.
Forte il divario tra i tassi di occupazione maschile (67,0%) e femminile (44,1%), quest’ultimo ancora lontano dall’obiettivo del 60% che si sarebbe dovuto raggiungere entro il 2010; pesante la disoccupazione femminile (11,4%, superiore di oltre 4 punti percentuali rispetto a quella maschile); elevato il tasso di inattivita’ femminile (50,2%) rispetto a quello italiano (48,8%), al contrario di quello maschile che e’ ad esso allineato (27%).
Per l’economista ”la situazione occupazionale femminile, sia sul fronte dell’offerta che della domanda, e’ condizionata dai valori prevalenti e condivisi della societa’ che portano, in Italia piu’ che negli altri Paesi UE e in Abruzzo piu’ che in Italia, alla marginalizzazione della componente femminile nell’ambito del mercato del lavoro”. Per ”cambiare rotta”, Pino Mauro suggerisce politiche di sostegno diretto alla domanda di lavoro femminile, di incentivazione all’imprenditoria femminile, per la conciliazione tra lavoro e famiglia.