L’AQUILA – Nella provincia dell’Aquila sono in aumento i casi di violenza perpetrati ai danni delle donne immigrate. La denuncia arriva da Gamal Bouchaib, presidente della consulta stranieri del Comune dell’Aquila.

Sebbene sull’argomento non esistano (ancora) cifre e statistiche ufficiali, Bouchaib parla di un fenomeno di dimensioni allarmanti, come dimostrerebbero le denunce fatte da polizia e carabinieri e le decine di segnalazioni che, settimanalmente,  vengono raccolte da associazioni e reti di volontariato. Anche per questo motivo, il  Centro polivalente della Provincia dell’Aquila ha attivato un servizio di sostegno e consulenza psicologica a beneficio delle straniere vittime di soprusi o maltrattamenti.

La difficoltà più grande, per chi tenta di reprimere, arginare e combattere simili episodi, è legata al fatto che non sempre questi ultimi vengono denunciati. Le violenze subite fra le mura domestiche, com’è noto, rimangono spesso impunite, a causa della riluttanza delle vittime a sporgere denuncia nei confronti di uomini che, il più delle volte, sono i loro fidanzati,  mariti o padri.
In più, nel caso delle donne immigrate, un altro grande ostacolo è rappresentato dalla lingua: ” Le donne straniere che subiscono atti di violenza o gravi limitazioni alla loro libertà” spiega Buchaib “difficilmente sporgono denuncia, sia per paura sia perché non conoscono la lingua italiana. E nelle questure manca totalmente la figura del mediatore culturale”

Per i casi di violenza in aumento, Buchaib fa riferimento specialmente a donne di origine sudamericana e araba arrivate in Italia da poco tempo. “Per quanto riguarda le prime” dice “abbiamo registrato diversi episodi di sfruttamento della prostituzione da parte di loro connazionali, mentre per ciò che concerne le seconde si tratta delle mogli di immigrati di fede musulmana tradizionalista maltrattate dai propri mariti, dai quali sono anche costrette a rimanere in casa e a portare un velo semi integrale”. Ma fra le vittime di soprusi e angherie domestiche ci sono anche diverse donne straniere sposate con cittadini italiani.

“Si tratta di un problema sociale molto serio” ha detto Bouchaib “che la politica, a tutti i livelli, non sembra aver voglia di affrontare. Noi, come consulta e come Centro polivalente, non abbiamo risorse per mettere in atto delle politiche veramente incisive, possiamo solo limitarci ad offrire dei servizi di sostegno e assistenza, che però, da soli, non sono assolutamente sufficienti”.

(R. C.)

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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