L’AQUILA – C’era da aspettarselo. Il braccio di ferro tra il Comune e la Sge, la Struttura per la gestione dell’emergenza tanto invisa a Cialente (“è un mezzo per colonizzarci…”), è appena agli inizi. Ieri la Sge ha comunicato ai funzionari di Palazzo di Città che avrebbero dovuto provvedere alla sistemazione di un nucleo familiare in un appartamento del Fondo immobiliare a Sant’Elia.
L’atteggiamento della Sge è la diretta conseguenza del dictat di Cialente che aveva rivoluto ei propri uffici cinque dipendenti comunali che erano stati distaccati alla Sge. “Tocca al Comune- ha detto Petullà coordinatore della Sge- provvedere alla sistemazione dei nuclei familiari e al rinnovo dei contratti agli occupanti delle case del Fondo Immobiliare”.
Come si vede il Comune ha risposto picche. Il risultato è che la famiglia in questione per ora è senza casa pur essendogliene stata assegnata una. Con i braccio di ferro in atto, sta avvenendo quanto aveva previsto Guido Bertolaso che in una delle discussioni col sindaco dell’Aquila aveva detto chiaro e tondo che la Protezione Civile avrebbe potuto sostituirsi al Comune in qualsiasi momento. Apriti cielo.
“La ricostruzione e il resto tocca alle istituzioni” aveva tuonato Cialente. Bene. Ecco quel che succede. Istituzioni un fico secco, aggiungiamo noi. Qui a rimetterci sono i terremotati. Il Comune per favore faccia il proprio dovere o passi la mano se non è in grado di farlo.