L’AQUILA- C’è un progetto avveniristico che così com’è non si realizzerà mai. La premessa. Ci sono cento milioni che dovranno servire a potenziare il tratto di ferrovia San Demetrio-L’Aquila-Scopitto.
Cento milioni veri, certi, reali. Ne parlò già qualche mese fa Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio regionale, e giorni addietro il governo ha comunicato che sono spendibili i primi trenta milioni.
Una buona notizia, tanto che qualcuno ha rispolverato il vecchio progetto di collegamento veloce tra San Demetrio e Scoppito. Dopo il terremoto L’Aquila s’è allungata, i suoi abitanti, cacciati dal centro storico e dalle periferie più colpite, sono migrati verso gli opposti circondari, ad ovest e ad est della città popolando frazioni e comuni prima dimenticati.
Di conseguenza si sono decentrate molte attività economiche. Ed allora perché non immaginare di rendere più veloce il tratto ferroviario tra San Demetrio, L’Aquila, Sassa e Scoppito, e creare un’alternativa al collegamento viario oltremodo intasato nelle ore di grande traffico? Idea eccellente, non c’è dubbio, idea che può essere attuata da subito perché ci sono pronti trenta milioni di euro. Si possono togliere i passaggi a livello, costruire sottovia funzionali, sostituire i vecchi convogli con treni nuovi e più veloci. Già, ma poi, una volta alle stazioni, e all’Aquila in particolare, chi ce la porta la gente nei quartieri ricostruiti della città, nei centri commerciali e in quelli direzionali?
E’ proprio qui che il progetto di “metropolitana leggera” diventa una chimera. C’è chi ha a parlato di un collegamento veloce con cabinovia a fune tra la stazione dell’Aquila e le sedi universitarie; c’è chi ha rispolverato l’idea, vecchia anche questa, dell’ovovia tra Collemaggio e Roio. Il sindaco Massimo Cialente ha preso le due cose per buone e ha preteso, litigando, che ci sia subito un collegamento col centro storico che diversamente finirebbe nel dimenticatoio in modo definitivo.
Ecco, appunto, una chimera. A meno che. A meno che, invece di progetti irrealizzabili, come cabinovie e quant’altro, non si vogliano prevedere collegamenti veloci con navette. Sì, navette che sono poi semplici pullmini, massimo una ventina di posti, in servizio tra le stazioni del treno e i capilinea in città. Sarebbe, quello con le navette, un progetto molto più realizzabile delle chimere di cui s’è parlato.
Pullmini, semplici pulmini, di quelli che si possono vedere in funzione nei “sea resort” della costa inglese, dove l’ambiente è sacro e gli interventi dell’uomo, specie quelli tecnologici, sono ridotti al minimo. Il resto sono fantasie, sogni, chimere irrealizzabili. Parlarne nei verbali delle riunioni è del tutto inutile. Il sindaco può stare tranquillo.