L’AQUILA-Troppi incidenti sul lavoro. In pochi giorni due morti all’Aquila e ad Avezzano, e altri episodi gravi nel capoluogo, uno in un cantiere della ricostruzione. L’allarme è tornato improvviso, e non potrebbe essere diversamente dal momento che è appena cominciata la ricostruzione pesante.
Quando entrerà nel vivo è facile immaginare quale aspetto avrà la città. Per qualche mese L’Aquila sarà il cantiere più grande d’Europa con centinaia di addetti all’opera. Qualcosa che tutti aspettano, ma che non deve in nessun modo mettere a repentaglio la sicurezza delle persone, dei cittadini, cioè, e di quelli che lavorano che corrono i rischi maggiori. Bisogna in una parola evitare che ai lutti del terremoto se ne aggiungano altri dovuti appunto alla ricostruzione della città.
E allora bisogna intensificare i controlli. Innanzitutto da parte delle strutture preposte: Inps, Inail, Ufficio del Lavoro. Quanti sono realmente i cantieri, le fabbriche, i luoghi di lavoro in cui vengono osservate in maniera scrupolosa le norme di sicurezza senza che l’incolumità degli addetti non sia a rischio? L’incidente avvenuto alla Otefal, con un operaio che ha avuto un braccio stritolato da un macchinario, dimostra che la mancata osservanza delle norme di sicurezza può avere conseguenze nefaste.
Quell’operaio, sembra non ne abbia tenuto conto. E allora? Tocca in particolare alle aziende obbligare il personale a osservare sempre e comunque certe prescrizioni. Proprio l’azienda deve essere il primo presidio della prevenzione. Poi tocca alle istituzioni sorvegliare e, nei casi che lo richiedano, reprimere.
Che fine ha fatto, ci chiediamo, l’Ufficio super coordinamento sicurezza cantieri istituita dal Comune? Certo fu un’iniziativa lodevole. Non deve finire nel dimenticatoio, specie in un momento in cui nei cantieri e nei luoghi di lavoro in generale, si corrono rischi maggiori come in questo momento.