L’AQUILA – In merito alle vicende riguardanti i cosiddetti fondi Giovanardi e alle intercettazioni telefoniche pubblicate da giornali e siti web nei giorni scorsi nelle quali è venuto fuori anche il suo nome, Roberto Museo, direttore CSVnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, ha inviato alla redazione una nota. La pubblichiamo qui di seguito
“Gentile direttore, Gentile Capo redattore
Faccio seguito alle note di stampa che nei giorni scorsi hanno commentato su alcune testate giornalistiche l’inchiesta sull’operato della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo onlus per trasmetterle attraverso questa breve lettera tutto il mio disagio personale e professionale avendo riscontrato, leggendo i testi riportati nelle intercettazioni telefoniche pubblicate, le effettive volontà delittuose apparenti dei signori Gianfranco Cavaliere e Fabrizio Traversi con i quali si scrive abbia avuto occasionali incontri funzionali alla mia carica di Direttore del coordinamento nazionale dei centri di servizio del volontariato (Csvnet).
Confido che la vicenda venga presto chiarita, data la sua gravità, dalla magistratura inquirente e in sede giudiziaria e, ritenendomi parte gravemente lesa, sul piano umano, personale e professionale, Le comunico che ho già dato mandato ai miei legali di procedere all’acquisizione degli atti giudiziari in corso e di tutte le note stampa per verificare eventuali aspetti di reato diretti e indiretti che siano a danno dell’onorabilità del Volontariato che ho l’onore di servire e della mia persona in particolare.
Colgo questa occasione per ribadirle che nulla è cambiato nel mio spirito con il quale, da Aquilano, ho inteso contribuire alla fase di assistenza alle popolazioni coinvolte nel sisma del 2009 e successivamente coordinando il progetto della Casa del Volontariato all’Aquila e dare una struttura e nuovi spazi alle associazioni della nostra città e che sono personalmente sconcertato dai tentativi di manipolazione ed uso improprio del mio nome per supposte iniziative politiche riguardanti la futura amministrazione della città.
Sono e resto un uomo del volontariato, al suo servizio, che vive attentamente come molti questo terribile momento della storia della nostra comunità aquilana, nel quale ci sono cambiamenti radicali e drammatici che hanno modificato il naturale e normale decorso della vita di tutti noi. Prima del terremoto era per tutti noi un’altra vita. Oggi stiamo tutti prendendo atto di quella che verrà, giorno per giorno. E il mio impegno è totale.
Trentotto secondi scuotono l’anima di ognuno, ne cancellano il passato, i ritmi quotidiani spariscono, le certezze crollano e per me, come molti, il 7 aprile è stato come ri-nascere. Ma il mio pensiero oggi torna alla nostra comunità e mi tornano in mente le parole di Giorgio La Pira (1955): “Le città hanno una vita propria: hanno un loro proprio essere misterioso e profondo: hanno un loro volto. Hanno per così dire, una loro anima ed un loro destino; non sono cumuli occasionali di pietra: sono misteriose abitazioni di uomini e più ancora, in certo modo, misteriose abitazioni di dio.
Io credo che oggi, la disattenzione a questi valori di fondo, che danno invisibilmente ma realmente peso e destino alle cose degli uomini, rischia di farci perdere la percezione del mistero delle città: eppure questo mistero esiste e proprio oggi, in questo punto così decisivo della storia umana, esso si manifesta con segni che appaiono sempre più marcati e che richiamano alla responsabilità di ciascuno e di tutti.
Qui all’Aquila, dove il terremoto non ha distrutto solo le Case, le Chiese, le Scuole, le Università ma ha, soprattutto, lacerato il tessuto sociale della città, mai come oggi si conferma che in questa situazione così disgregata, lo sconforto e la disperazione possono impadronirsi della coscienza individuale e collettiva, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della città e nel suo essere comunità civile ed anche religiosa, che non solo condivide una storia antica e prestigiosa, ma è soprattutto capace di pensare insieme un futuro comune.
In quella che appare una tempesta confido che anche questa volta L’Aquila saprà ritrovare la forza per vincere le sue paure, coltivare la speranza e continuare a operare secondo ideali di giustizia e di bene comune e per questi ideali resto al servizio della mia Comunità, se essa vorrà.
Fondi giovanardi, la replica di roberto museo: “io parte lesa”
"Provo profondo disagio per questa vicenda"
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