L’AQUILA – Non ci sono buone notizie per gli aquilani. Come rilancia il giornalista de L’Espresso Primo De Nicola sulla sua bacheca Facebook il progetto di Legge per L’Aquila sarebbe al gruppo parlamentare del Pd e le firme insufficienti a far decollare la proposta.

“Non ci fosse di mezzo la tragedia – si legge nella nota del giornalista – del sisma ci si potrebbe ridere sopra. Ma con decine di migliaia di persone ancora fuori dalle proprie case la faccenda assume i contorni della beffa. I terremotati abruzzesi aspettano da mesi di vedere incardinata alla Camera dei deputati la discussione sulla proposta di legge popolare per la ricostruzione dell’Aquila e la prevenzione dei disastri ambientali in tutta Italia. Per metterla a punto e raccogliere le firme necessarie (50 mila) per portarla all’attenzione del Parlamento c’è stata una grande mobilitazione in tutta la regione. A giugno, accompagnato da un drappello di parlamentari, il comitato promotore venne addirittura ricevuto dal presidente Gianfranco Fini che si impegnò a portare presto in aula la proposta.

Ma in aula, dopo quattro mesi, la legge non è ancora arrivata. Perché? A quanto risulta a “l’Espresso” la proposta popolare e le firme non sono mai state depositate in Parlamento. Si sarebbero fermate al gruppo parlamentare del Pd al quale gli aquilani le avevano affidate per depositarle negli uffici di Montecitorio. Ma c’è di più: le firme raccolte non sarebbero 50 mila, come dichiarato ai giornali in occasione dell’incontro con Fini, ma qualche migliaio in meno. Dunque, insufficienti a far decollare la proposta”


GIUSI PITARI:”LA COSA ERA GIA’ NOTA”

 

“Le firme per la legge di iniziativa popolare – dice –  infatti, non sono 50.000 anche se contnua a girare la voce che le abbiamo raggiunte. Quindi il PD si è impegnato a presentare la legge con l’appoggio delle firme che noi aquilani, in tanti, abbiamo firmato e ci siamo impegnati a raccogliere (chi più chi meno). Quindi non si tratta di una vera e propria legge di iniziativa popolare, anche se l’abbiamo scritta noi (cioè la popolazione aquilana). Credo che ci siano dei misunderstanding e spero non siano volontari”.

Personalmente  -prosegue – ho sentito dalla bocca di Bersani che il PD nazionale avrebbe in qualche modo “sponsorizzato” la raccolta firme (lo disse qui a L’Aquila alla presenza di tutti i parlamentari del PD). In quella occasione gliene dicemmo talmente tante che si sentì in dovere di fare la promessa. Devo dire che alla fine sono stati i giovani militanti del PD qui a L’Aquila a darci una mano, anche contattando amici di altre città, perchè a livello nazionale nulla è stato fatto.

Ma senza sponsorizzazione da parte di nessun partito al livello nazionale, i nostri sforzi sono stati vani, almeno per il raggiungimento del “quorum”. Per questo Lolli in persona si è impegnato a farci fare quella promessa da Fini”.


LUCA D’INNOCENZO:”ECCO L’INIZIATIVA NON POPOLARE MA DEI DEPUTATI”

 

“Ecco la proposta di legge “non popolare” – dice –  ma di iniziativa dei deputati, ovvero lolli-distanislao-mantini-toto. 21 Febbraio 2011. Moooooooolto prima che scadesse. Non si sa mai raggiungeva le 50.000 poi era davvero “popolare”.


ECCO IL LINK DELLA LEGGE: http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/58302 d’iniziativa dei deputati  LOLLI, DI STANISLAO, MANTINI, TOTO che porta il titolo “Disposizioni per la ricostruzione e lo sviluppo economico-sociale dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, nonché per la prevenzione dei rischi sismici” Presentata il 21 febbraio 2011

 

COMITATO, POLEMICHE INUTILI, A NOI INTERESSANO I CONTENUTI

“L’articolo dell’Espresso (a firma P.D.N. – ovvero Primo Di Nicola) sulla legge di iniziativa popolare ha riportato una serie di falsità ed inesattezze e ha generato a L’Aquila stupore e polemiche.
Ecco la ricostruzione dei fatti che hanno portato il testo della nostra legge d’iniziativa popolare per la ricostruzione in Parlamento, caso rarissimo nella storia d’Italia.
Una storia che può essere ricostruita anche dal sito www.anno1.org, in cui abbiamo sempre riportato tutte le iniziative e le notizie sulla legge e la raccolta firme.

L’idea della legge è nata nel corso delle numerose e partecipate assemblee pubbliche di cittadini e comitati nel post-terremoto, per uscire dall’emergenza in cui ancora ci troviamo, una vera e propria sospensione della democrazia.
Il testo della legge è stato condiviso su una piattaforma wiki, partecipata ed aperta a tutti i contributi di idee. Dopo mesi di discussioni, idee e proposte, il testo è stato presentato il 16 novembre 2010 alla Corte di Cassazione.

Il 20 novembre 2010 è stata lanciata la raccolta firme per la presentazione in Parlamento, con una imponente manifestazione nazionale per le vie dell’Aquila. Nei sei mesi successivi – il tempo consentito dalla normativa – sono state raccolte firme in tutta Italia, da nord a sud. Grazie allo sforzo di molti cittadini ed ai loro sacrifici di tempo e risorse, tutto in autofinanziamento, e con nessun significativo apporto dei partiti e delle organizzazioni sindacali.

A marzo 2011, a metà dei sei mesi della raccolta firme e senza alcuna comunicazione al Comitato promotore, l’Udc presentò – a sorpresa – un proprio testo di legge alla Camera – un testo da considerarsi un “estratto” del testo di iniziativa popolare – chiedendone la calendarizzazione immediata in Commissione per la discussione. Anche i Radicali italiani avevano intanto presentato un loro testo di legge sulla ricostruzione. In aula però, può essere discusso uno e un solo testo e una volta iniziata la discussione in Commissione, il nostro testo rischiava incredibilmente di essere escluso mentre la raccolta firme decollava in tutto il Paese.
Per questo motivo, quel testo – esattamente il nostro, già depositato in Cassazione – è stato presentato a firma di tutti i deputati abruzzesi, esclusi quelli del Pdl che non hanno voluto firmarlo. Il parlamentare aquilano Giovanni Lolli, sentito il Comitato promotore, lo ha presentato alla Commissione Ambiente della Camera ed è stato firmato in seguito da altri 250 deputati, tutti di opposizione.
Dunque, il testo elaborato dai cittadini ha iniziato nel marzo 2011 il suo iter in Commissione Ambiente, mentre decine di volontarie e volontari continuavano comunque a raccogliere le firme in tutta Italia per raggiungere il risultato politico dell’obiettivo delle 50 mila firme.
Il risultato è stato raggiunto, anche se, scaduto a metà maggio il termine, molte certificazioni sono arrivate dopo. Ma a quel punto risultavano superflue, essendo già stato depositato il testo in Parlamento.
Si è deciso comunque di consegnare le firme raccolte e il 9 giugno un gruppo di cittadini ha consegnate al Presidente della Camera Fini tutte le firme raccolte, superiori a 50 mila, e le relative certificazioni ( inferiori a 50 mila); ulteriori certificazioni sono arrivate dopo il 9 giugno e sono tuttora presso il Comitato promotore della legge.
Intanto la legge ha continuato il suo percorso in Commissione ed è stata calendarizzata per la discussione in aula alla Camera il 17 ottobre. Solo a questo punto, con una mossa a sorpresa, il Pdl, che finora aveva ignorato la legge, sostenendo che non serviva, ha presentato un proprio testo, di pochi articoli, i cui principi di fondo sono l’opposto di quelli che hanno ispirato la nostra proposta. La mossa del Pdl ha fatto slittare la discussione di almeno due settimane, perché bisogna tornare a lavorare in Commissione, e la legge approderà alla Camera presumibilmente per i primi di novembre.
Il Comitato promotore è tornato a riunirsi la settimana scorsa in un incontro pubblico molto partecipato, per riprendere la mobilitazione in sostegno della legge e dei suoi irrinunciabili principi di fondo: FINE DEL SISTEMA COMMISSARIALE, AGEVOLAZIONI FISCALI E INCENTIVI ALLA RIPRESA ECONOMICA DEL TERRITORIO , TASSA DI SCOPO PER AVERE FONDI CERTI SULLA RICOSTRUZIONE.
Questi sono i fatti. Questo è il percorso di una legge che è nell’interesse di tutti coloro che vogliono la ricostruzione, con regole chiare e fondi certi.

Ora, secondo l’articolo dell’Espresso, ” la proposta popolare e le firme non sono mai state depositate in Parlamento. Si sarebbero fermate al gruppo parlamentare del Pd”. Nulla di più falso: il nostro testo di legge è in discussione in Commissione e le firme sono state consegnate a Fini.
“Le firme raccolte non sarebbero 50 mila”. Falso. Le firme raccolte sono 50 mila, anche se non per tutte è stato completato l’iter della certificazione. Ma non è assolutamente vero che sarebbero state ” insufficienti a far decollare la proposta”, perché la nostra proposta di legge è invece approdata in Commissione già a marzo, quindi è decollata eccome.
Sarebbe stato bello che L’Espresso avesse dato spazio allo straordinario percorso di mobilitazione civica degli aquilani, al fatto che un gruppo di cittadini terremotati si siano incontrati per mesi, al gelo e al caldo nei tendoni e nei posti più impensati, in mezzo a una città semidistrutta e puntellata, per scriversi da soli una legge che governo e parlamento gli negano.
Ma perché questa polemica inutile sollevata dall’Espresso? Probabilmente nasce dall’imbeccata di una parlamentare radicale, una di quei radicali che in questi giorni sono ai ferri corti col Pd. Una polemica sulle nostre teste, che non ci interessa. A noi interessa parlare di contenuti, di quello che serve alla ricostruzione e alla rinascita di questo territorio.
Tutto il resto è fumo, propaganda sulle spalle di chi è già stato colpito dal terremoto. E si giudica da sé”.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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