L’AQUILA – “L’attività della struttura commissariale ha tutte le potenzialità per candidarsi ad esperienza irripetibile con un bagaglio conoscitivo ricchissimo”. Il vice Commissario per la Tutela dei Beni Culturali, Luciano Marchetti, ha concluso così la sua relazione al DNA.Italia di Torino dove è stata rappresentata una visione completa di tutto il lavoro svolto dalla struttura del Commissario per la Ricostruzione nei termini generali di tutela del patrimonio culturale, in cui rientrano a pieno titolo, non solo gli edifici monumentali, ma anche i centri storici.
Marchetti ha illustrato il catalogo dei Beni Culturali colpiti dall’evento sismico del 6 aprile 2009 focalizzando l’attenzione su come, fin da subito, si è avviata un’importante campagna di rilevamento del danno a chiese e palazzi sia pubblici che privati, culminata nella realizzazione di un database di informazioni utile alla programmazione e al coordinamento della successive attività di recupero. “I dati raccolti sono stati informatizzati e organizzati – spiega il vice Commissario – in un sistema territoriale georeferenziato (GIS) creato sulla scorta della Carta Tecnica Regionale che permette il recupero sistematico ed immediato delle informazioni. La messa in sicurezza dei beni storico-artistici è stata avviata dalla struttura con l’obiettivo della preservazione di tutto il patrimonio danneggiato”.
“Il terremoto in Abruzzo – prosegue Marchetti – è stato il banco di prova del procedimento di progettazione e realizzazione degli interventi di messa in sicurezza, frutto dell’esperienza maturata nei recenti terremoti”. Il vice Commissario ha portato, inoltre, al Lingotto di Torino una serie di pannelli con didascalie tecnico-scientifiche sul lavoro realizzato per mettere in sicurezza il patrimonio culturale del cratere sismico. E tornando sulla tutela dei centri storici minori Marchetti aggiunge: “E’ un aspetto di tutta centralità del dibattito italiano e costituisce una materia in piena evoluzione dal momento che, nonostante la sensibilità da parte degli addetti ai lavori risalga all’inizio del secolo scorso, solo negli ultimi anni questa ha trovato una risposta più concreta sul piano politico con la promozione di specifici studi e normative”.
MARCHETTI: “PER RECUPERO PARTI CROLLATE UTILIZZATA METODOLOGIA ARCHEOLOGICA”
“Per quanto riguarda la rimozione delle macerie e il recupero delle parti crollate, si è preferito ricorrere alla poco usuale metodica archeologica”. Lo dice il vice Commissario per la Tutela dei Beni Culturali Luciano Marchetti a margine del convegno “Quale Patrimonio?” promosso dal DNA.Italia.
“Funzionale al recupero ottimale degli elementi architettonici e dei lacerti artistici – ha aggiunto Marchetti rispondendo ai giornalisti intervenuti al Lingotto di Torino – ma anche ai fini di una migliore comprensione della dinamica dell’evento. Questa procedura ha riportato alla luce capolavori inediti occultati dall’Uomo che testimoniano la ricchezza del patrimonio storico artistico dell’Abruzzo”.