L’AQUILA – E’ stata rinviata al 23 gennaio 2012, il processo a carico dei sette indagati, accusati di disastro colposo, nell’ambito del filone d’inchiesta relativo al crollo della Facolta’ di Ingegneria nella frazione di Roio (L’Aquila) struttura, secondo l’accusa, che non avrebbe dovuto cedere in quel modo, perche’ edificata di recente.
Sotto processo sono finiti i progettisti, Gian Ludovico Rolli e Giulio Fioravanti, di Roma, e Massimo Calda, di Bologna; gli ingegneri Carmine Benedetto, Sergio Basile, Ernesto Papale e Giovanni Cecere. Tra le parti civili ci sono il Comune dell’Aquila, che si e’ costituito in tutti i procedimenti sui crolli e che in questo caso ha chiesto un risarcimento di un milione di euro, e l’Ateneo del capoluogo che ha chiesto 9 milioni: 5,5 milioni di euro di danno patrimoniale e 4 milioni di euro per i danni di immagine concretizzatisi con il calo di iscritti. Una richiesta di danni poco piu’ che simbolica e’ stata inoltrata da una associazione di consumatori.
A rinviare l’udienza il 23 gennaio del 2012, la constatazione da parte del giudice del Tribunale dell’Aquila di alcune mancate notifiche. Tutti gli imputati sono accusati di avere causato le condizioni del disastro: cooperavano nel porre le condizioni del crollo di strutture murarie in blocchetti di calcestruzzo vibrocompresso e delle strutture di copertura inclinate di vetro, acciaio e alluminio appoggiate, per una lunghezza di 40 metri, nell’area di ingresso della facolta’.
In particolare a Gian Ludovico Rolli viene contestato di avere redatto il progetto per l’ampliamento della sede della facolta’ in modo incompleto per mancanza di dettagli architettonici relativi all’ancoraggio e appoggio delle coperture inclinate. Analoghe le imputazioni mosse a Giulio Fioravanti e Massimo Calda anche loro progettisti. Carmine Benedetto, che per breve tempo fu condirettore del cantiere, e’ accusato di avere permesso di realizzare strutture murarie prive delle necessarie nervature di irrigidimento in cemento armato. Sono molto simili le contestazioni mosse al direttore dei lavori Ernesto Papale.
Poi ci sono le accuse mosse ai collaudatori Sergio Basile, presidente della commissione, e Giovanni Cecere componente della stessa. Entrambi sono accusati di non avere rilevata la combinazione di carenze e omissioni progettuali, di errori, di esecuzione di opere, di cattiva vigilanza da parte dei direttori di cantiere, dei direttori tecnici e del direttore dai lavori. I fatti loro contestati risalgono al 2002 epoca, appunto, dei collaudi. Nel corso della breve udienza di stamane e’ emerso come il pm nella fase dell’udienza preliminare abbia provveduto ad integrare il capo di imputazione a Benedetto, papale, Basile e Cecere.
In particolare Benedetto e Papale, sono accusati anche di avere realizzato o omesso di “verificare che fossero realizzati i pilastrini con funzione antisismica previsti in progetto”, mentre per Basile e Cecere, viene contestato di non aver rilevato “l’omessa realizzazione dei pilastrini con funzione antisismica previsti in progetto”. Nel corso delle indagini preliminare il Procuratore capo della Repubblica Alfredo Rossini aveva evidenziato che se il terremoto del 6 aprile del 2009 fosse accaduto in pieno giorno, nella Facolta’ ci sarebbero state 2 mila vittime.