L’AQUILA – Era nell’aria ma nessuno si permetteva di fare il suo nome. Nell’ambito dell’inchiesta sui fondi Giovanardi per il sociale: la Procura della Repubblica dell’Aquila ha iscritto nel registro degli indagati Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’Aquila.
Confermata quindi anche la notizia della una nuova fase dell’inchiesta coordinata dal procuratore Antonietta Picardi e condotta dai carabinieri del Noe dove la Fondazione “Abruzzo, solidarietà e sviluppo” – già finita nella bufera dopo gli arresti di Fabrizio Traversi e di Gianfranco Cavaliere per una presunta truffa sui fondi per il sociale (12 milioni di euro) destinati alle popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile 2009 – continua ad essere analizzata e sviscerata.
La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di Giovanni D’Ercole è stata riportata dal quotidiano Il Centro, che spiega come quelli contestati al presule non siano reati commessi eventualmente in concorso con Traversi e Cavaliere ma si tratti di nuove accuse.
Ricordiamo che la Fondazione “Abruzzo, solidarietà e sviluppo”, è stata a lungo presieduta dall’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, e della quale D’Ercole era vice presidente: a fine agosto, un mese prima dell’arresto di Traversi e Cavaliere, Molinari e D’Ercole hanno rassegnato le dimissioni, uscendo dalla fondazione.
TERREMOTO: MONS. D’ERCOLE, DIMOSTRERO’ LA MIA PERFETTA BUONA FEDE
“Con dispiacere, ho ricevuto ieri un avviso di garanzia nel quale mi si accusa di non aver detto la verita’ al giudice quando sono stato ascoltato come persona informata e di aver comunicato notizie riservate a persona indagata. Posso solo ribadire la mia sincerita’, confermare che ho piena fiducia nella Magistratura e che, pertanto, quando saro’ ascoltato nuovamente avro’ modo di chiarire tutto e di dimostrare la mia perfetta buona fede. Sono grato a tutti coloro che in questo momento mi sono vicini”. Cosi’ il vescovo ausiliare dell’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, ha commentato l’avviso di garanzia notificatogli dalla Procura aquilana nell’ambito dell’inchiesta sui cosiddetti Fondi Giovanardi del post terremoto.