L’AQUILA – Sabato sera, 12 novembre u.s. , nello scorrere le immagini in televisione, con mio grande stupore, mi è capitato di vedere il popolo italiano, che solo successivamente ho scoperto essere solo una parte, alcuni con le bandiere tricolori, che festeggiava in piazza con cori da stadio e bottiglie di spumante.
Mi sono chiesto cosa potesse essere successo: la vittoria della nostra nazionale al mondiale o all’europeo ?
Niente di tutto ciò poiché i prossimi campionati mondiali si terranno nel 2014 e gli europei solo l’anno prossimo.
Incuriosito da tanta gioia che sprigionavano i presenti in piazza del Quirinale e nei pressi di palazzo Grazioli a Roma sono poi venuto a conoscenza del motivo di cotanta felicità: le dimissioni del presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi.
Mi sono subito tornate in mente le immagini degli ultimi festeggiamenti relativi alla cattura e all’uccisione del leader libico Gheddafi e quelle meno recenti relative al leader iracheno Saddam Hussein.
Mi chiedo ora, da cittadino italiano pluralista che non vuole essere il Ghedini o il Minzolini di turno, che affinità ci siano tra il popolo italiano e quello iracheno e libico?? e cosa accomunasse i due dittatori con il nostro Presidente del Consiglio??
Nei festeggiamenti verificatisi sabato a Roma, rispetto a quelli iracheni e libici, a mio parere, le uniche diversità erano solo nell’abbigliamento e nell’assenza di armi quali mitragliette o kalashnikov, ma un’unica ideologia: quella integralista.
Al di là dell’ideologia politica, e nel pieno rispetto di questa, che è giusto che ognuno di noi abbia , forse i festeggianti hanno dimenticato che Berlusconi ha vinto democraticamente le elezioni del 2008 con il 47 per cento dei voti e che per quanto possa essere stata opinabile la condotta del Governo e poco moralmente accorto nel suo agire privato, il nostro ex presidente del Consiglio non può essere paragonato né a Saddam Hussein, né a Gheddafi.
La stessa esultanza non sarebbe stata giusta neanche se si fosse dimesso un Presidente del Consiglio di sinistra.
Inoltre, la situazione di criticità in cui versa la nostra Nazione, sull’orlo del default, proprio non autorizzava simili festeggiamenti che non hanno fatto altro che coprirci ulteriormente di ridicolo agli occhi degli altri paesi europei, maggiormente quelli francesi e tedeschi.
Ora tutti noi speriamo, quello si e di vivo cuore, che tutto ciò che non è stato in grado di fare il Governo Berlusconi, sia a livello centrale che a livello locale, lo riescano a fare i suoi successori, siano essi di sinistra, di destra od anche semplicemente tecnici, ad iniziare dalla ricostruzione della nostra città dell’Aquila dove già tutti stanno piangendo per l’assenza del sottosegretario Gianni Letta.
Cordiali saluti.

Gianfranco Di Benedetto

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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