L’AQUILA-Era prevedibile. Anche stavolta i primi a volare sono stati, come si dice, gli stracci. I tagli del governo Monti al budget per l’emergenza post sisma, si sono abbattuti sull’anello debole della catena, e cioè sui giovani lavoratori del Formez, su quelli di Linea Amica e dello Sportello per il cittadino e sui Co.co.co. dell’Adsu. Secondo l’assessore regionale Giuliante, la scure del governo “avrebbe tagliato consulenze che erano state oggetto di critica anche recentissima”, dunque avrebbe preso di mira un “settore improduttivo” della gestione dell’emergenza. Noi abbiamo invece il sospetto che a finire sotto i tagli sia stata la parte del lavoro precario più utile ma meno protetta, meno legata alle logiche clientelari che esistevano prima e che oggi dettano il passo del dopo terremoto. Di quasi 400 precari, non riusciamo a spiegarci perché sono stati presi di mira proprio quelli visto che facevano un lavoro prezioso per la popolazione terremotata, per gli assegnatari delle Case e dei Map, per tecnici, per le stesse istituzioni. Se Giuliante ne sa di più parli, altrimenti non è lecito a nessuno lanciare accuse sia pure velate.
Ben altri, a parere nostro, dovevano, e dovrebbero, essere i tagli. Partiamo dei consulenti. I nomi sono noti, ma è bene rinfrescare la memoria. Quattro di loro sono costati 51.800 euro complessivamente. Sono Paolo Leon, economista, Aldo Bonomi, sociologo, Vittorio Lampugnani, urbanista, e il vice presidente di Confindustria, Cesare Trevisani. Ebbene, da quando sono stati nominati non hanno fatto granché: soltanto poche note delle linee strategiche della ricostruzione. Di più: 400.000 euro sono stati stanziati per la Commissione tecnico scientifica composta dal coordinatore Giovanni Paolo Gaspari, nipote dello scomparso ex ministro Remo Gaspari, dall’avvocato Federico Tedeschini, dall’ex comandante dei Vigili del Fuoco Antonio Gambardella e dal magistrato Gaetano Caputi. A che cosa è servita questa Commissione? Ed è proprio necessario avere un vice Commissario alla Ricostruzione (Chiodi, va detto a suo merito, ha rinunciato ad ogni compenso) che ha percepito sinora (parliamo di Antonio Cicchetti) 58.000 euro ogni tre mesi? Sono questi i tagli che bisogna cominciare a fare. Di esempi ne abbiamo citati soltanto alcuni, ma i responsabili della Struttura commissariale sanno bene dove andare a mettere le mani.