L’AQUILA – Mentre per la Procura il vescovo ausiliare monsignor Giovanni D’Ercole ora rischia il processo, la Sir (servizio informazione religiosa) legata alla Cei fornisce ai suoi fedeli lettori un’altra chiave di lettura della vicenda processuale. Già dal titolo si capisce la linea dell’agenzia:”Si profila la estraneità ai fatti per monsignor D’Ercole”.
Ecco il testo completo. “Questa mattina (ieri ndr) la Procura dell’Aquila ha dichiarato chiusa l’inchiesta riguardante la tentata truffa aggravata ai danni dello Stato per i fondi cosiddetti ‘Giovanardi’ destinati al sociale per le zone terremotate dell’Abruzzo. L’inchiesta vede indagati Fabrizio Traversi, Gianfranco Cavaliere, Silvano Cappelli e Nicola Ferrigni. In un successivo momento è stato coinvolto nell’inchiesta anche mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’Aquila, con l’accusa di aver dichiarato il falso al pubblico ministero e quello di aver rivelato l’esistenza dell’indagine a uno degli indagati”.
È quanto si legge in una nota diffusa questo pomeriggio dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi dell’Aquila. “Da quanto si è appreso questa mattina – prosegue il comunicato – il pm Antonietta Picardi ha deciso di archiviare uno dei due reati contestati al vescovo ausiliare: quello di aver fornito false informazioni al pubblico ministero. Resta, invece, quello di rivelazione di segreti inerenti un procedimento penale.
Evidentemente l’interrogatorio di mons. D’Ercole svoltosi nel mese di novembre ha chiarito la posizione del Vescovo davanti agli inquirenti così da far archiviare l’accusa di false dichiarazioni”. In definitiva, precisa la diocesi nella nota, “secondo quanto si è appreso questa mattina, la responsabilità del vescovo, rispetto a quanto ipotizzato inizialmente, è molto ridotta. L’auspicio, mentre il procedimento giudiziario segue il proprio corso, è che al più presto si chiarisca la posizione di mons. D’Ercole anche relativamente all’ipotesi di reato di rivelazione del segreto istruttorio”.
“Mons. D’Ercole ha appreso la decisione del pubblico ministero con molta serenità e adempiendo regolarmente i suo doveri di pastore e – conclude la nota – attende fiducioso che venga al più presto dimostrata la sua estraneità ai fatti come già sta avvenendo”.
CURIA L’AQUILA, MONSIGNOR D’ERCOLE SERENO E FIDUCIOSO
“Monsignor D’Ercole ha appreso la decisione del pubblico ministero con molta serenita’ e adempiendo regolarmente i suo doveri di pastore e attende fiducioso che venga al piu’ presto dimostrata la sua estraneita’ ai fatti come gia’ sta avvenendo”.
Lo afferma una nota della Curia dell’Aquila, diffusa a commento della notizia del rinvio a giudizio del vescovo ausiliare e vicario generale della diocesi abruzzese. “Da quanto si e’ appreso – sottolinea il comunicato – il pm Antonietta Picardi ha deciso di archiviare uno dei due reati contestati al presule: quello di aver fornito false informazioni al pubblico ministero.
Resta, invece, quello di rivelazione di segreti inerenti un procedimento penale. Evidentemente l’interrogatorio di monsignor D’Ercole, svoltosi nel mese di novembre, ha chiarito la posizione del vescovo davanti agli inquirenti cosi’ da far archiviare l’accusa di false dichiarazioni”.
In definitiva, precisa la diocesi nella nota diffusa dal Servizio Informazione Religiosa, “secondo quanto si e’ appreso questa mattina, la responsabilita’ del vescovo, rispetto a quanto ipotizzato inizialmente, e’ molto ridotta. L’auspicio, mentre il procedimento giudiziario segue il proprio corso, e’ che al piu’ presto si chiarisca la posizione di monsignor D’Ercole anche relativamente all’ipotesi di reato di rivelazione del segreto istruttorio”.