L’AQUILA- Non è davvero un momento facile per Massimo Cialente. Il sindaco dell’Aquila ha dovuto fronteggiare la contestazione di numerosi cittadini all’incontro organizzato dal movimento ‘Città di Persone’ sul piano di ricostruzione della città che dovrebbe andare all’esame del consiglio comunale il 26 gennaio prossimo, trentuno mesi dopo il terremoto che ha messo in ginocchio la città.

Erano in gran parte cittadini del centro storico quelli che hanno contestato il sindaco. Gente che ha pronti i progetti per rifarsi la casa, ma che è costretta all’immobilismo perché manca, appunto, il piano di ricostruzione, perché non c’è ancora lo strumento urbanistico che la legge impone alle amministrazioni che devono ricostruire i loro centri storici devastati da sisma e che hanno bisogno dei finanziamenti del governo per farlo. ‘Città di Persone’ ha presentato un proprio progetto di piano, per consiglio e supporto all’amministrazione, un ‘libro dei sogni’ come qualcuno lo ha definito, che ha tuttavia il pregio della chiarezza, della proposta e di molte idee innovative di cui bisognerebbe tenere conto.

E’ stato nel corso della manifestazione che a Cialente è stato detto con chiarezza che ciò che più dispiace ai cittadini del centro storico, quel che “più li addolora” è il ritardo dell’amministrazione, un ritardo inconcepibile perché la legge che prevede i piani di ricostruzione, una legge tassativa, non un documento qualsiasi, risale al luglio del 2009, ossia a tre mesi dopo il terremoto.

I cittadini sono stati duri, non hanno certo risparmiato il sindaco che continua a prendersela con la struttura commissariale, che attaccava ieri il governo Berlusconi su cui scaricava tutte le colpe, e che oggi attacca il governo Monti, un sindaco che, per mascherare le proprie responsabilità, minaccia ricorsi al Tar per il taglio dell’autonoma sistemazione,e cerca di spostare il tiro sulla ricostruzione della periferia che non decolla.
Non ci piace oggi l’atteggiamento di Cialente come non ci piaceva ieri, e non piace pure a qualche assessore della sua giunta come dimostrano gli atteggiamenti di dissenso, garbati, di Stefania Pezzopane e Piero Di Stefano.

Di tutte queste cose il sindaco prenda atto, facendo professione di umiltà e realismo. Il piano di ricostruzione andrà in consiglio comunale il soltanto 26 gennaio prossimo con quasi tre anni di ritardo, ma finalmente ci andrà. E’ già qualcosa. E’ inutile che pianga sul latte versato, il sindaco. Se ci riesce, guardi avanti. I cittadini che lo contestano chiedono soprattutto questo e non capiscono atteggiamenti diversi. Si vada avanti senza voltarsi indietro, caso mai a fatica, ma si vada avanti.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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