Pubblica illuminazione a L’Aquila? regno degli uomini invisibili

L’AQUILA – Profondamente buio, interrotto da squarci biancastri lungo la strada. Dal giorno della prima grande neve, quel mantello candido, casto, luminoso, bastava ad illuminare il mio percorso nel rientro serale. Ma molti giorni sono trascorsi ed il mantello si è trasformato in un orrendo cumulo annerito, spento, senza luce.
I lampioni che fiancheggiano la strada e circondano in un immenso abbraccio un’intera zona perimetrata tra via Montagnino e via Preturo in Coppito sono silenti, spenti, inghiottiti dalla notte.
Si fatica a camminare. Piccole, tremule fiammelle di torce elettriche baluginano qua e là. Il tempo del lavoro e dello studio è terminato, si torna a casa. Solo la residenza universitaria brilla nella notte: per grazia ricevuta.
“Buona sera, stai attento, qui non si vede nulla”.
Più giù una lunga lingua di ghiaccio si allunga pericolosa sul manto stradale.
“E’ dall’inizio della neve che tutto si è interrotto. Passata l’emergenza, sto chiamando continuamente il servizio del Comune, se ricordo bene al n° 0862/645644 ed al telefonino di servizio, nessuno risponde o è sempre occupato”.
“Già è vero, anche io ho provato con i vigili urbani. Mi hanno assicurato di aver sollecitato con un fax il servizio, ma come vedi non c’è speranza”.
“In parte io ho risolto; lascio sempre accese le luci del mio giardino, mi aiutano a sentirmi più sicuro, anche da brutti incontri”.
Alcuni studenti universitari risalgono a piedi la strada, solo voci e bisbigli; incroci i loro volti quando ti passano a fianco. Anche le loro macchine hanno difficoltà di accesso.
Il bagliore della lampadina tascabile è sempre più fioco, forse dopo tanti giorni è tempo di cambiare le pile.
Intanto al Comune dormono sonni tranquilli. Di giorno il telefono trilla ma inutilmente: uno, due… dieci volte.
La Gestione Impianti Elettrici e Pubblica Illuminazione è divenuto il regno degli uomini invisibili.