L’AQUILA – La storia è per le Acli il luogo da ascoltare, comprendere e accompagnare vicino ai piccoli e ai poveri. Vediamo tutti che il mondo globalizzato e interdipendente sta attraversando una crisi strutturale. Cambia l’ordine mondiale, è in affanno l’Occidente, avanzano nuovi protagonisti nella governance europea e mondiale.
La finanza si impone all’economia e alla politica, mettendo in mora sistemi democratici incardinati sui principi di libertà e di solidarietà, tutele sociali che hanno corretto le logiche del libero mercato con sistemi di welfare garanti della redistribuzione e dell’uguaglianza.
Oggi le logiche del libero mercato viaggiano sulle onde della globalizzazione e travalicano i confini territoriali mettendo in crisi la sovranità democratica delle nazioni. In questo passaggio sono le Acli, soggetto della società civile e della comunità ecclesiale e in questo mutamento si colloca il proprio impegno. Mantenere i diritti ed il benessere dei cittadini, aiutare le imprese e i lavoratori ad interagire in un’ottica di corresponsabilità sociale, conciliare sviluppo e ambiente in un nuovo patto di sostenibilità: sono alcune tra le più importanti sfide che abbiamo di fronte per ridare vitalità a quella democrazia che costituisce una delle nostre storiche e quanto mai attuali fedeltà.
Dobbiamo guardare con attenzione le nuove forme di mobilitazione, i nuovi movimenti, le nuove piazze, reali e virtuali, in cui maturano inedite espressioni di partecipazione e di rappresentanza.
Il nostro impegno è rivolto ai giovani per quanto l’attuale crisi economica mondiale ponga interrogativi sul presente e il futuro delle giovani generazioni a livello globale, in Italia la situazione appare più critica che in altri Paesi.
Non si tratta esclusivamente di questioni relative alle difficoltà lavorative, alla mobilità sociale, all’accesso al credito e al futuro previdenziale, quanto piuttosto al protagonismo dei giovani in un Paese bloccato come il nostro. In Italia le giovani generazioni vivono un deficit di cittadinanza; un deficit che si evidenzia nell’esclusione dei giovani dai luoghi di rappresentanza politica, dalle scelte per il presente e il futuro del Paese e più in generale nel mancato riconoscimento degli stessi come parte della nostra società.
Si tratta di andare verso una società generativa che includa tutte le generazione e ne promuova le differenze per la crescita e il bene di tutti e di ciascuno.
Il lavoro rappresenta una dimensione fondamentale della vita che concorre fortemente a definire la propria identità.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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