L’AQUILA – Funziona così al Comune dell’Aquila: prima si prendono in affitto i nuovi locali da destinare agli uffici e poi si fanno le verifiche di sicurezza, salute e ambiente nei luoghi di lavoro.

Ma non dovrebbe essere tutto il contrario, dal momento che l’affitto del palazzo di Rotilio a Strinella alta verrà a costare al contribuente aquilano la bellezza 45.800 mila euro mensili, per un importo annuale di 549.618,30 mila euro (si precisa comunque che il contratto è stato fatto per un mese – stipulato il 22/02/2012 con scadenza il 31/03/2012).

La domanda è legittima, perché i responsabili amministrativi dell’ente hanno incaricato una ditta esterna, che fa capo all’ingegner Maurizio Ardingo, di fare tutte le verifiche delle caratteristiche tecniche della sede.

Ardingo, cioè, dovrà accertare se i parcheggi sono sufficienti, se sono adatti gli spazi riservati al pubblico a piano terra e ai piani superiori e come è possibile superare le barriere architettoniche sulle quali il costruttore ha posto l’attenzione del ‘centro direzionale’ e non di sede di un Ente pubblico con il ‘Front office’ per i cittadini.

“Stiamo valutando le criticità con sopralluoghi e rilievi – dice Ardingo che ritiene la nostra telefonata inopportuna – il datore di lavoro ha 3 mesi di tempo da quando si insedia nella nuova struttura. Dobbiamo verificare gli affollamenti ipotizzati, il personale del comune che ci va e non mi sembra opportuno dare prima a voi che al Dirigente l’esito di valutazione del rischio”.

E chiude così:”Io non ti voglio dare queste indicazioni e chiuderei qui la conversazione, non sono un consulente tuo per dirti se sono corrette le cose che hai saputo”.

Il lettore – forse anche da queste dichiarazioni –  potrà rendersi conto che il problema esiste e non è da poco. Ne siamo più sicuri dopo la telefonata di AquilaTv con l’ingegner Ardingo che con atteggiamento non proprio accondiscendente, conferma che sta facendo le verifiche sulla sicurezza dello stabile, ma di fatto si rifiuta di rispondere all’intervistatore.

Il che vuol dire che le criticità esistono e che il Comune è stato quanto meno imprudente nel prendere in affitto la struttura. Che succede, ci chiediamo, se lo stesso ingegner Ardingo arriverà alla conclusione che certe criticità sono ineliminabili e che il primo piano dello stabile è inadatto alle frequentazioni pubbliche, specie per i disabili che, a quanto pare, sono considerati cittadini di serie B?

Che fa il Comune, ripetiamo? Ridà indietro i locali o se li tiene alla faccia delle difficoltà che incontrerà il pubblico, delle barriere architettoniche e degli stessi portatori di handicap che non avranno accesso alla struttura comunale? La nostra amministrazione, del resto, non è nuova a situazioni del genere.

Lo stabile di Villa Gioia è stato per diversi mesi senza ascensore nonostante le continue assicurazioni dell’assessore Lisi. Conseguenza: un consigliere comunale portatore di handicap non è stato in grado di accedere alle riunioni che si tenevano al piano superiore.

Che si fa? Si vuole continuare sullo stesso piano anche con la nuova sede? Sbagliare qualche vola è umano, ma perseverare è diabolico. O no?

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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