L’AQUILA – A tre anni dal sisma che ha messo in ginocchio citta’ e provincia, i pm aquilani coordinati dal procuratore capo, Alfredo Rossini, hanno definito la maggior parte delle inchieste, tanto che i filoni piu’ importanti sono arrivati al processo di primo grado.

Sono stati aperti 215 fascicoli per la morte di 309 persone: i piu’ significativi, per il numero di morti, sono una quindicina. Quella definita “madre” di tutte le inchiesta e’ quella sulla commissione Grandi Rischi per la quale i pm aquilani hanno portato alla sbarra i sette esperti che hanno partecipato all’Aquila alla riunione del 31 marzo 2009, cinque giorni prima del sisma, al termine della quale, secondo l’accusa, si sono lanciati messaggi rassicuranti che non hanno fatto attivare precauzioni in grado di salvare vite umane.

Si tratta di Franco Barberi,vicario della commissione Grandi rischi, il professor Bernardo De Bernardinis, gia’ vice capo della Protezione civile, unico indagato abruzzese essendo originario di Ofena, Mauro Dolce, direttore dell’ufficio prevenzione della Protezione civile, Enzo Boschi presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giuliano Selvaggi direttore del Centro nazionale terremoti dell’Ingv, Gian Michele Calvi, sismologo e direttore dell’Eucentre di Pavia, “padre” del Progetto “Case” e Claudio Eva ordinario di fisica dell’Universita’ di Genova.

Tutte cariche che gli imputati rivestivano all’epoca dei fatti. Il ritmo delle udienze e’ piuttosto serrato, la sentenza e’ prevista in estate.  Un mercato ricco, silenzioso e discreto. I fratelli Valenti erano gia’ attivi nel capoluogo abruzzese fin dal 2007. Prima del terremoto gli investimenti partiti da Reggio Calabria puntavano sul settore del commercio, della ristorazione e dello sfruttamento delle cave. Poi, con il terremoto, lo scenario e’ cambiato, aprendo il piu’ grande cantiere d’Europa.

Per nascondere l’origine dei soldi, Caridi aveva iniziato ad utilizzare l’imprenditore aquilano Stefano Biasini, grazie alla mediazione dei fratelli Valenti e di Francesco Ielo. L’operazione sarebbe avvenuta attraverso l’acquisto di quota parte del capitale sociale di una societa’ interessata ai lavori post terremoto, utilizzando poi nei cantieri i lavoratori indicati dagli affiliati, usufruendo di imprese riconducibili alla cosca di ‘ndrangheta originaria di Reggio Calabria.

Fiscono nel mirino della Procura del capoluogo anche i lavori per la messa in sicurezza antisismica nelle scuole affidati dalla Provincia dell’Aquila fuori del cratere. Opere per 54 milioni di euro in dieci edifici, sette ad Avezzano e tre a Sulmona, mentre un filone dell’inchiesta riguarderebbe anche gli isolatori sismici installati in diversi immobili scolastici. Al momento non vi sono indagati. L’attivita’ e’ seguita direttamente dal procuratore antimafia.

L’indagine e’ scattata a seguito dell’esposto presentato da una delle ditte escluse. Gli investigatori nei giorni scorsi hanno effettuato dei controlli negli uffici della Provincia ed acquisito dei documenti. All’indomani del sisma del 6 aprile 2009 il Cipe aveva messo a disposizione 221 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Risorse che furono poi ripartite con la delibera 61 del commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi nell’ambito del progetto “Scuole d’Abruzzo-Il futuro in sicurezza”. Soldi che furono al centro di una burrascosa puntata della trasmissione televisiva di Rai3 Report, nella quale fu evidenziato il finanziamento a scuole che non avevano avuto alcun problema alle strutture a seguito del sisma; un ‘pasticcio’ al quale si era successivamente rimediato con un nuovo decreto commissariale, il numero 89, che ha rimodulato gli stanziamenti escludendo le anomalie e inserendo immobili ricadenti in territori bisognosi di interventi. Nonostante cio’ l’indagine va avanti.

Infine prosegue l’opera da parte della Procura distrettuale antimafia dell’Aquila di passare ai raggi x buona parte degli appalti pubblici e privati, molti dei quali milionari. Il sensibile rafforzamento delle attenzioni sulla cosiddetta ricostruzione pesante e’ stato innescato dalla presentazione di numerosi esposti, tra cui alcuni anonimi, da parte di cittadini, imprenditori e amministratori di condominio in cui si ipotizzano irregolarita’ e si adombrano dubbi sui procedimenti. 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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