L’AQUILA – Uno stanziamento congruo nel bilancio per la creazione di servizi necessari per le persone con disabilità, compatibile con le finanze del Comune e utile per bisogni degli interessati, un aumento del fondo per il sociale del 10% ogni anno e la redazione di progetti e piani per supportare efficacemente, attraverso specifiche risorse, percorsi di vita indipendente per chi ha una disabilità.
Sono questi alcuni dei 16 punti che le associazioni di volontariato UILDM, AISM, DOWN, ABITARE INSIEME, APTDH, 24 LUGLIO hanno chiesto ai candidati Sindaci di inserire nel loro programma elettorale.
La nostra Città è quasi completamente priva di servizi per le persone con disabilità e ha perseguito una politica per il sociale più affidata al funzionario di buona volontà che a scelte programmatiche che rispecchiassero la volontà collettiva. Inserendo le richieste delle associazioni di volontariato, il cui documento è allegato a questo comunicato, i candidati Sindaci dimostreranno di voler dare veramente una svolta alla considerazione dei problemi che quotidianamente vivono i disabili e progetteranno una città che sia realmente fruibile da tutti.
Essenziale sarà anche l’istituzione della figura del disability manager, che avrà il compito di raccogliere tutte le richieste delle persone con disabilità e di trasmetterle all’amministrazione, nonché di supportare l’ente negli adempimenti necessari per il rispetto delle norme in materia.
Adriano Perrotti
Consigliere comunale
PUNTI DI RICHIESTA PER IL SOCIALE ALL’AQUILA.
Da inserire nel programma di mandato del Sindaco
La qualifica piena di cittadino impone al disabile al pari di ogni altro cittadino la possibilità di esercitare i diritti e l’obbligo di rispettare tutti i doveri compreso il pagamento dei tributi.
Noi associazioni di volontariato che dedichiamo la nostra attività al sostegno dei disabili riteniamo un segno di civiltà e di giustizia che la classe politica sia coerente con quanto detto sopra nell’attività amministrativa.
Essa deve riconoscere alle persone con disabilità pieno titolo nella comunità comunale e farsi carico dei loro bisogni, al pari di quelli delle altre categorie (anziani, artigiani, commercianti, studenti ecc.).
Da ciò discende la necessità che nella predisposizione del bilancio comunale venga prevista una specifica posta, che tenga in debita considerazione i bisogni rappresentati dalla categoria.
Costato che attualmente la nostra Città è quasi completamente priva di servizi per i portatori di handicap e ha perseguito una politica per il sociale più affidata al funzionario di buona volontà che a scelte programmatiche che rispecchiassero la volontà collettiva, chiediamo che i candidati recepiscano nei loro programmi i seguenti punti :
1. in sede di bilancio deve prevedersi una spesa per la creazione di servizi necessari per l’handicap, possibile per le finanze del comune e congrua per bisogni dei disabili
2. il fondo per il sociale dovrà essere incrementato del 10% ogni anno;
3. favorire, nella redazione di progetti e piani, interventi per supportare efficacemente, attraverso specifiche risorse, percorsi di vita indipendente;
4. pretendere che nei PAI (piani assistenziali individuali, legge 328), redatti dalle UVM (unità di valutazione multidimensionali) tenute da ente d’ambito sociale territoriale insieme alle Asl, siano previste: compartecipazione del disabile o famiglia, siano evidenziati tutti i reali bisogni del disabile, a prescindere dalla capacità di erogazione del servizio;
5. adoperarsi per promuovere, a livello regionale e nazionale, l’approccio ICF, nell’ambito dell’operatività delle strutture preposte alla valutazione della disabilità;
6. inserire, in tutte le attività e commissioni che riguardano la disabilità, rappresentanti dei disabili e/o delle loro associazioni, per la partecipazione attiva al processo decisionale, evitando di sostituire tale processo con la concertazione sindacale che riguarda altri livelli;
7. favorire i progetti di inserimento lavorativo, integrazione e partecipazione della disabilità;
8. non dare patrocinio o permessi a manifestazioni di qualunque genere che non prevedano l’abbattimento di barriere architettoniche e la possibilità di partecipazione dei disabili;
9. instituire in comune una consulta della disabilità (possibilmente con pareri obbligatori e vincolanti);
10. impegnarsi a che tutta l’edilizia pubblica futura sia totalmente e sempre accessibile o (negli appartamenti,) almeno predisposta;
11. dotare l’amministrazione della figura del disability manager (come facilitatore e abbattitore di barriere, non solo architettoniche, per cui con ampia delega sugli assessorati: (sociale, urbanistica, lavoro, sanità ecc. e sugli uffici, tecnici, pua, vigili urbani, ecc.);
12. in attesa del disability manager, non liquidare nessun progetto urbanistico o lavoro pubblico senza un parere o il collaudo finale sulle barriere da parte non di un tecnico ma di disabili stessi o commissioni ad hoc;
13. prevedere trasparenza sulla accessibilità ai servizi sociali;
14. recepimento formale della Convenzione Onu da parte del consiglio comunale;
15. impegno nell’ampliare le forme di intervento socio assistenziale di tipo indiretto, implementando assegni di cura e/o voucher assistenziali, assegnazioni per progetto al fine di rendere le famiglie ed i disabili maggiormente autonomi nelle scelte e prevenire l’istituzionalizzazione in favore della permanenza nel proprio domicilio;
16. inserire, nei regolamenti per l’accesso ai servizi, gradualità nelle contribuzioni basate non soltanto sul reddito, ma soprattutto su una scala che tenga in debito conto l’indice di carico assistenziale ed altri parametri in grado di valutare la complessità dei singoli casi.
chi è il Disability Manager (Libro Bianco Accessibilità Urbana, Corso Univ. Cattolica)
4. http://www.superando.it/content/view/7334/112/
Le Associazioni di volontariato
UILDM
AISM
DOWN
ABITARE INSIEME
APTDH
24 LUGLIO,