L’AQUILA- Piano di ricostruzione del centro storico, gestione degli alloggi del Progetto Case, ripresa delle attività economiche del centro, vicenda Carispaq, le colpe della Struttura commissariale, passaggio al Comune della ‘filiera’. E poi: impegno a iniziare i primi lavori nel centro dell’Aquila entro la primavera del 2013 e ricostruzione della casa comunale a palazzo Margherita nel 2014. Sono questi alcuni dei punti più importanti della lunga intervista al sindaco uscente Massimo Cialente che respinge le accuse di inefficienza e di cattiva gestione del complesso meccanismo della ricostruzione dell’Aquila. Cialente chiama in causa il commissario Gianni Chiodi e l’architetto Gaetano Fontana, capo della Struttura tecnica di missione. Chiede agli aquilani di essere rieletto al primo turno, anche ricorrendo al voto disgiunto e afferma di “credere relativamente” ai sondaggi che lo accreditano con un vantaggio molto ampio sugli altri candidati. Ma ecco i passaggi centrali dell’intervista.

PIANO DI RICOSTRUZIONE

“Il piano di ricostruzione-dice Cialente- stato osteggiato da Chiodi e Fontana che sono miei avversari politici. Dopo averlo fatto approvare dal Consiglio comunale l’ho sottoposto al giudizio di tre urbanisti di risonanza nazionale che hanno espresso giudizi positivi. Il piano è stato ampiamente condiviso dai cittadini. Avevo chiesto al governo di far partire la ricostruzione del centro storico mentre era in corso la redazione del piano di ricostruzione, ricorrendo al piano regolatore. Ma il governo rifiutò la proposta dicendo che il piano di ricostruzione avrebbe permesso a noi di avere finanziamenti completi, anche per le attività produttive e per le seconde case del centro. Ora questi soldi in più non ci sono”. Per Cialente il governo “ci ha fatto perdere soltanto tempo”. Sui costi del piano ha rivendicato la “sua economicità. Abbiamo speso – ha detto- solo 600.000 euro, mentre il piano di ricostruzione di Lucoli è costato due milioni di euro”. 

LA GESTIONE DEL ‘PROGETTO CASE’

Cialente si è intrattenuto a lungo sulla futura gestione degli alloggi del Progetto Case. “Non è vero che la gestione comporterà più tasse per gli aquilani. Abbiamo già fatto i conti su ciò che spenderemo dopo il 2013 quando la Manutencoop andrà via. Chi era in affitto prima del terremoto, pagherà un canone molto contenuto. Il 30 per cento degli alloggi andrà agli studenti universitari nell’area di Coppito e di Roio, il 25% saranno riservati alle politiche sociali del Comune (il 5% a coppie di anziani), il 20% andrà sul mercato sulla base del costo degli affitti prima del sisma, e il 25%  agli operai che si trasferiranno in città con le loro famiglie per ricostruire L’Aquila”. Cialente ha aggiunto che il 5% degli alloggi andrà ai “creativi, cioè ad artisti di tutti i tipi, ricercatori e atleti, a patto che restino all’Aquila almeno per due anni. Non mi sono inventato niente-ha aggiunto- ho soltanto copiato da esperienze internazionali. Attaccare me guardando al passato non serve”.

TEMPO PERSO PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE 

Poi il giudizio sul principale competitore che ritiene l’avversario più pericoloso. “Giorgio De Matteis- dice- è l’uomo di Chiodi e di Fontana. Fontana va via, sarà licenziato dal governo. L’ultimo baluardo di De Matteis resta Chiodi. Se la “filiera” non fosse finita in mano a Chiodi e Fontana la ricostruzione anche delle economie del centro storico sarebbe partita”. Poi ancora il piano di ricostruzione. “Non è vero che è stato presentato in ritardo”. E spiega. “I ritardi, se ci sono stati, vanno addebitati a Chiodi e Fontana. Faccio un esempio. Sulla perimetrazione, Chiodi mi ha dato l’intesa dopo due mesi. Assurdo. A ben vedere il piano di ricostruzione lo abbiamo fatto di gran carriera. Ed è stata una grande bugia che, dopo il piano di ricostruzione, per il centro storico sarebbero arrivati i soldi per le attività e le seconde case. Sto facendo una grande battaglia, per cambiare le cose”. 

CHIODI DOVRA’ DARMI L’INTESA SUL PIANO DI RICOSTRUZIONE

E ancora. “Se le cose continuano a tardare, è perché si vuole accentrare  tutto sulla Struttura tecnica di missione. Ma come fa Chiodi e dire di no al piano di ricostruzione dal momento che è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale? Bisogna superare questa fase. Perciò chiedo agli aquilani di rieleggermi anche col voto disgiunto. Al governo chiederò: la fine del commissariamento e della Struttura tecnica commissariale, il passaggio al Comune del controllo della ‘filiera’, ossia di Fintecna, Reluis e Cineas, l’autorizzazione a fare noi l’esame dei progetti del centro storico con l’impegno a far partire i primi cantieri entro primavera 2013. E nel giro di un anno voglio vedere avviati tutti i cantieri delle case E della periferia. Inoltre per il centro storico ricorreremo a nostri ingegneri che avranno compiti di ingegneri logistici. Infine nel 2015 o al massimo ad inizio del 2016 riavremo palazzo Margherita, la nostra vecchia sede”.

 CONFUSIONE SUI SONDAGGI 

Cialente non è voluto entrare nel merito dei sondaggi che lo vedono favorito. Spera di vincere al primo turno. “Mi servono ancora 3 punti per arrivare al 51 per cento. Sugli altri candidati ho grande vantaggio, non tutti avranno il quorum. Lo schieramento di centrosinistra è largamente maggioritario. Avremmo stravinto se l’Italia dei valori non avesse deciso di andare da sola, ma ai sondaggi credo relativamente”. 

LA BANCA DELL’AQUILA

“Sono un grande tifoso della Banca dell’Aquila. Per quanto riguarda la Carispaq, la Fondazione ha sbagliato, ha sottovalutato ciò che stava per accadere. Io proverò ancora con la Banca d’Italia per vedere se mi riesce di cambiare le cose, ma non sarà per niente facile. E’ assurdo che la Bper chiuda la Carispaq mantenendo il logo. E’ un grosso danno alla città”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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