L’AQUILA – “Questa mattina chiederò alla Procura della Repubblica di aprire un fascicolo sull’intervista che un imprenditore ha rilasciato al Fatto Quotidiano circa gravissimi fenomeni di illegalità nelle procedure per la ricostruzione, che vedrebbero tra l’altro coinvolti un consigliere comunale”. Ad intervenire sull’intervista rilasciata a ilfattoquotidiano è il sindaco Massimo Cialente che aggiunge:” Nel mese di gennaio – scrive sulla sua pagina facebook – mi recai in procura, per segnalare alcuni sospetti che avevo, sulla base di alcune voci che mi pervenivano. Il magistrato mi disse che per intervenire aveva bisogno di fatti o denunce. Credo che ora vi siano tutte le condizioni affinché su questa vicenda si assumano precise azioni. Questi fatti gettano una luce pesante, direi insostenibile, sull’intera comunità e quindi si deve indagare e nel caso punire i responsabili in modo ESEMPLARE.
Rivolgo un appello a tutti gli imprenditori eventualmente coinvolti a denunciare questi fatti alla procura, nell’interesse della nostra città”.
ACCUSA:”SOLDI CHIESTI ANCHE DA UN CONSIGLIERE COMUNALE”
Quella che sta facendo il gioro dellItalia è la denuncia di un imprenditore edile al ‘ilfattoquotidiano.it’: “Soldi per avere voto favorevole in assemblea di condominio”.
“Ci sono offerte fuori busta per aggiudicarsi i lavori di ricostruzione all’Aquila. Un giro di soldi diffuso ed oscuro. A me ad esempio sono stati chiesti dei soldi per vedermi commissionate alcune ristrutturazioni. A cosa serve? Per avere il voto favorevole nell’assemblea di condominio”. A parlare così è un costruttore che lavora nel settore edile nel capoluogo abruzzese distrutto dal sisma del 6 aprile 2009.
Da allora la città è un grande cantiere.
Ma i lavori vengono assegnati senza gara. A L’Aquila, verranno spesi 7 miliardi di euro attraverso trattativa privata come se si dovesse imbiancare la parete della propria casa o cambiare le piastrelle. In questa maniera sono stati già assegnati 9.381 lavori per le case B e C (con danni lievi) e 7.041 lavori per le case E, (gravemente danneggiate) dove i cantieri non sono ancora partiti.
Le richieste corruttive denunciate dal costruttore, che chiede l’anonimato per timore di non vincere più appalti, gettano molti dubbi sulla modalità scelta per ricostruire la città. Quella dell’indennizzo: ovvero considerare le risorse dello Stato per la ricostruzione come un risarcimento a un privato di un danno. E non come spesa per appalti pubblici. Per molti era questa l’unica strada per evitare l’indizione di 20mila gare d’appalto, buste chiuse, commissioni aggiudicatrici e gli immancabili ricorsi.
In questo modo dai lavori da poche migliaia di euro fino a quelli che valgono milioni come gli aggregati del centro storico, non si indicono appalti, e ogni proprietario sceglie l’impresa preferita. Con l’aiuto del proprio amministratore di condominio.
Figura, quest’ultima, che diventa decisiva. “Gli amministratori spesso chiedono soldi alle imprese, per facilitare il voto in assemblea”, continua il costruttore. “A me sono stati chiesti duecentomila euro, per un lavoro da qualche milione. Non ho accettato anche perché non avevo la liquidità”, spiega. Soldi chiesti anche da un consigliere comunale per oliare le pratiche, ma il costruttore non vuole indicarne il nome. (fonte www.ilfattoquotidiano.it)