L’AQUILA – Sono di nuovo in viaggio: dall’alba di domattina, il gregge si sposterà come avviene da millenni in Abruzzo, attraversando a passo lento la Valle del Sagittario, salendo da Anversa a Castrovalva, lungo itinerari che hanno già incantato poeti, scrittori, viaggiatori e pittori. Un lento movimento lungo le strade della storia e della memoria, seguendo l’istinto delle pecore e la saggezza del pastore.
Ma non è tempo di accorate separazioni sulla soglia, dove le donne salutavano i pastori per la lunga stagione che li avrebbe visti lontani. Le ciaramelle festose stasera accompagneranno un’altra sorta di compagnia, quella dei pastori apprendisti venuti da tutto il mondo per ritrovare, nel suono lento delle campane del gregge, su queste terre segnate dai ritmi della natura, qualcosa di profondo, che appartiene alle radici della nostra stessa storia.
Seguiranno il passo lento delle pecore al pascolo per tre giorni, salendo fino al Piano delle Cinque Miglia, sempre guardati a distanza dai fedeli mastini abruzzesi, allevati per proteggere il gregge. Un viaggio nel tempo, che proietta il passato unico di queste terre direttamente nel loro futuro: perché solo riscoprendo il valore di ciò che è stato, e che ancora resiste, possiamo trovare l’orgoglio di questi luoghi e la loro opportunità di offrire un’avventura unica a viaggiatori sempre più interessati a fare della loro vacanza una vera e propria esperienza, da vivere pienamente.
Di anno in anno la transumanza sta diventando sempre più occasione di promozione del territorio, riscoperta delle sue radici, amore per la terra e la sua storia, e da tutto il mondo le persone chiedono di raggiungere i piccoli, meravigliosi borghi della nostra Valle perché quel che hanno da offrire è qualcosa che vale un lungo viaggio, e rimane nella memoria come un evento straordinario.
Eppure ancora troppo è affidato solo all’inventiva e ai mezzi di piccole realtà imprenditoriali, mentre le istituzioni sul territorio sembrano insensibili all’opportunità di sostenere forme innovative di turismo partecipato, che puntano sull’autenticità di questi luoghi e sono una risorsa importante in territori che si stanno sempre più svuotando.
Un’inversione di tendenza importante, specie in questo periodo di crisi, ma sottovalutata a favore di politiche sempre concentrate sugli stessi investimenti, anche quelli che hanno già dimostrato di non essere in grado di dare uno sbocco economico ai nostri monti e alle nostre valli.
Domani gli apprendisti pastori partiranno, e speriamo che il suono di quelle campane, passando per i paesi, svegli anche chi ancora non sa vedere nella loro storia gloriosa il futuro di queste terre.
Di Elettra Rinaldi