L’AQUILA-Da Lorenzo Petrilli riceviamo. “Il ministro Barca prosegue il suo viaggio all’interno della ricostruzione aquilana. Il tendone di piazza Duomo ha fatto da sfondo alla composizione ancor più netta di quella che tra venti giorni, sarà la norma che permetterà la partenza della vera ricostruzione dell’Aquila e dell’intero cratere.
“Intanto, mentre nel tendone ci si confrontava sul “cosa fare per riscrivere le nuove regole del gioco in venti giorni”, il centro storico dell’Aquila vive il suo presente. Un presente fatto di vicoli desolati ed incustoditi che durante l’incontro con il Ministro, in pieno pomeriggio, ha visto la presenza di spaccio di stupefacenti fra ragazzi di cui uno africano, di quelli che con grandi borsoni neri vendono calzini ed oggetti vari. Il primo approccio è avvenuto davanti al negozio “Tezenis” in pieno centro. Qui, un ragazzo incrociando il ragazzo di colore gli ha chiesto dei “calzini”. Dopo averlo inseguito insistentemente per alcuni metri in direzione della Fontana Luminosa e specificando “voglio i tuoi calzini”, il ragazzo di colore ha acconsentito alla richiesta chiedendogli di seguirlo in “Vico Cavalieri di Malta” (una delle traverse successive al negozio, proseguendo per la Fontana Luminosa). Il fatto che uno di questi vicoli e probabilmente anche tanti altri, vengano utilizzati ai fini di spaccio, per di più alla luce del sole ed anche in presenza a pochi metri di un Ministro, di Istituzioni cittadine e di persone che passeggiano, la dice lunga sullo stato di precarietà in cui continua a versare il centro storico dell’Aquila. Ancora una volta ci troviamo davanti ad un triste film visto troppe volte in questi ultimi anni. La location sempre la stessa, la zona centrale dell’Aquila gli attori nuovamente extracomunitari o giovani senza lavoro. Questa volta però la trama è un po’ cambiata, non sono più i furti che hanno martoriato nei mesi passati la città ma bensì spaccio di droga (cosa bensì più grave e più pericolosa per la collettività). Nell’incontro il ministro Barca ha sottolineato come “il principio e la fine dell’incontro è il ritorno all’ordinario”. Oltre ad una prospettiva futura ed un ritorno all’ordinario, che nascerà con la creazione pratica delle nuove regole entro inizio estate, c’è subito bisogno di evitare che il centro storico si trasformi in un luogo privilegiato di spaccio. Un luogo senza regole, dove gli spacciatori pensano di farla da padroni in pieno giorno, preoccupa tanto in una città martoriata frequentata da molti giovani aquilani e non, che cercano di ritornare alla normalità.
“Nello stesso incontro è stato sottolineato come l’Abruzzo ed in particolare L’Aquila, rappresenti un modello da esportare per quello che riguarda il contrasto alla criminalità organizzata e le infiltrazioni malavitose nell’affare ricostruzione. Un modello che verrà esportato anche in Emilia e nell’Expo 2015 di Milano.
“Ma questo non basta. Le belle parole non servono, L’Aquila ha bisogno di concretezze. Come esiste una situazione macro-economica sottolineata dall’economista Calafati nello stesso incontro, esiste anche una micro-economia al quale questi nuovi provvedimenti per la vera ricostruzione dell’Aquila e del suo cratere dovranno dare nuova linfa e slancio. Come esiste una macro-criminalità (fronteggiata tanto da poter esportare questo modello di contrasto), esiste anche una micro-criminalità che bisogna contrastare. Tutti questi livelli, se affrontati con decisione e fermezza saranno i veri modelli da esportare.
“La droga è una piaga sociale importante e pericolosa per i nostri giovani, abbiamo il dovere morale e civico, di adottare tutte le precauzioni necessarie per contrastare il ripetersi di tali eventi soprattutto in questa stagione dell’ anno, quando le scuole sono chiuse e i ragazzi restano fuori fino a tardi.
Troppo spesso L’Aquila è stata lasciata sola, vediamo di non lasciare soli anche i nostri giovani, che sono il futuro della nostra nazione”.