L’AQUILA- Agli aquilani è andata molto meglio. Per la ricostruzione della loro abitazione principale (prima casa) anno avuto un contributo pieno: e cioè il 100 per cento. Non è andata così alle popolazioni dell’Emilia. Come riferisce Repubblica.it,, il governo ha approvato il decreto per la ricostruzione degli immobili degli abitanti di quella regione. Ai proprietari della prima casa andrà soltanto l’80 per cento.“Per garantire la parità di trattamento tra i soggetti danneggiati- dice il provvedimento- alla luce delle risorse disponibili, il decreto riconosce ai proprietari degli immobili in cui era presente l’abitazione principale un contributo per la ricostruzione o ristrutturazione fino all’80% del costo sostenuto e riconosciuto per effettuare i lavori e ai titolari di attività produttive un contributo per la ricostruzione o ristrutturazione degli immobili destinati ad uso produttivo e degli impianti fino all’80% del costo sostenuto e riconosciuto per effettuare i lavori”. E’ facile capire che la battaglia, se mai ci sarà, per avere il 100 per 100 del contributo per le seconde case del centro storico dell’Aquila, è già persa in partenza. E’ chiaro, chiarissimo che il governo non ha soldi e che ,per questo ai terremotati dell’Emilia va un contributo inferiore. Ci chiediamo a questo punto come si intende trovare la copertura per la ‘legge sull’Aquila’ che inizierà l’iter parlamentare il 16 luglio prossimo. Si ricorrerà a una ‘tassa di scopo’? Ma peserà sulle spalle di chi? Provatelo a chiedere agli italiani e in particolare agli emiliani. In tempi di ‘spending review’ di tagli all’impiego pubblico e a tutto il resto, immaginiamo la risposta.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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