L’AQUILA- Il Consiglio comunale dell’Aquila, si e’ riunito in seduta straordinaria, stamani, per discutere la proposta di legge sulla ricostruzione, gia’ approvata dal Consiglio dei Ministri e da giovedi’ 12 luglio, in discussione alla Camera. Ha aperto i lavori, il Presidente del Consiglio, Carlo Benedetti, precisando che il testo definitivo della legge in questione, e’ stato varato venerdi’ scorso dal Consiglio dei Ministri, pur essendo circolate, in precedenza, una serie di copie non definitive. “E’ questa una seduta di lavoro – ha sottolineato Benedetti- Un consiglio aperto, di natura istituzionale, aperto ai sindaci del cratere ed ai parlamentari. Alcuni sono i temi che bisogna approfondire e che vanno dalla struttura che si vorra’ dare, se andra’ a sostituire o meno la filiera o gli uffici comunali; alle pratiche dei piccoli centri, se verranno affidate agli uffici territoriali; alle incompatibilita’ che ci sono gia’ per tecnici, se varranno anche per i titolari di societa’ o per gli amministratori pubblici; alla ricostruzione privata. Inserisco anche la problematica dell’asse centrale, approvato 17 gennaio 2011 e totalmente ignorata. Sono state disattese le previsioni – ha concluso Benedetti – e l’asse centrale dovra’ essere necessariamente riportata all’attenzione del parlamento, vista l’ evidente posizione strategica di questa parte della citta’”.
IL SINDACO SI SCAGLIA CONTRO CHIODIE IL PRECEDENTE GOVERNO
La parola e’ poi passata al sindaco, Massimo Cialente: “Vorrei precisare che il pre-testo che circolava da giorni era destinato al comitato ristretto della Camera e non aveva nessun valore. Il consiglio si riunisce oggi – ha dichiarato Cialente- semplicemente perche’ il testo e’ stato licenziato dal Consiglio dei Ministri venerdi’ scorso e ancora deve passare attraverso il setaccio della Ragioneria dello Stato. Questa e’ una legge che arriva con un ritardo vergognoso, causato dal precedente Governo, fortemente voluta dagli aquilani, con la raccolta di circa 50mila firme. E’ una legge che, intanto, pone fine alla situazione aberrante di questo commissariamento, dal quale vorrei capire, di positivo cosa c’e’ venuto. Inoltre, valuto positivamente la piccola quota della legge 77, sui fondi del terremoto, destinati alla ripresa economica e produttiva e che ci avvicina un minimo alla vicenda friulana; il riconoscimento dei diritti del ‘de cuius’; i riconoscimenti per gli orfani del terremoto. E poi – ha aggiunto il sindaco- va compreso anche questo: il nostro Paese e’ stato travolto da due situazioni drammatiche: la profonda crisi economica in cui siamo precipitati ed il dramma del terremoto dell’Emilia Romagna, elementi che hanno cambiato fortemente la nostra situazione e quindi la legge stessa. Mi auguro che il Consiglio comunale di oggi, riesca a votare degli emendamenti da poter affidare ai nostri parlamentari sapendo che emendamenti che comportino aumenti di spesa, difficilmente riusciranno a passare e capendo che abbiamo bisogno di emendamenti che rimettano a posto alcuni elementi della legge”.
“NECESSARI EMENDAMENTI SUL BILANCIO E SUL PERSONALE”
“Consideriamo, inoltre – ha osservato Cialente – che intorno al 31 agosto o al passaggio di consegne del 15 settembre, ci sara’ una nuova ordinanza nella quale dobbiamo sapere cosa inserire. Gli emendamenti dovranno pertanto insistere sul problema del bilancio, visto che ne siamo senza, sul personale e sugli aspetti urbanistici, credo, peraltro che non possiamo fare a meno di Abruzzo Engeneering, che svolge un ruolo fondamentale e che sara’ ancora piu’ forte nel momento dei controlli. Dobbiamo inoltre perorare la progressione verticale del personale che, ricordo, non comporta costi aggiuntivi. E poi c’e’ la necessita’ di dare al Comune un direttore generale. Decisivo anche che si regolamentino le provvidenze per le seconde case non solo del centro storico dell’Aquila ma anche delle frazioni e dei centri storici degli altri comuni del cratere. Infine, credo sia necessario ripensare l’ ufficio unico per gli altri Comuni del cratere, perche’ cosi’ facendo si rischierebbe di creare una sorta di nuovo commissariamento. Condivido pertanto, le preoccupazioni dei colleghi che ieri hanno manifestato il loro disappunto per ottenere gli otto uffici nelle aree omogenee”.
DURA NOTA DI MORENA PASQUALONE (UDC)
“Un consiglio comunale convocato e anticipato in tutta fretta- dice Morena Pasqualone, segretario provinciale dell’IUdc- per discutere e valutare eventuali emendamenti alla legge, nelle cui righe è riposta la sorte della ricostruzione della città dell’Aquila, e che andrà in discussione nei prossimi giorni. Tre lunghissimi anni ed un numero considerevole di incontri tra le nostre istituzioni ed i Governi che, proprio in questi anni si sono avvicendati, per arrivare ad un pacchetto preconfezionato di norme che poco danno e molto tolgono ad un provvedimento, che nelle attese dei cittadini aquilani, rappresenta davvero la fine dell’emergenza, e non perché lo stabilisca una data su di un testo di legge ma perché non vi è ricostruzione senza regole certe. In realtà, a leggere il documento uscito fuori dal Consiglio dei Ministri, quel che emerge con certezza è che buona parte
di quanto concordato negli incontri propedeutici alla sua stesura si è dissolto o perso per strada, per lasciare il posto alla sommaria, e non esaustiva, trattazione di argomenti estremamente delicati, per citarne alcuni, come quello del personale, delle formule per l’erogazione del contributo piuttosto che dei criteri di gestione ordinaria della ricostruzione. E ancora, la questione sulle seconde case che ha fatto, a ragione, insorgere i sindaci del cratere portando cinque di essi, comprensibilmente, a protestare con le loro dimissioni. Dunque tre anni di inutili battaglie e che fanno presagire l’inizio di una nuova lotta che, dalle premesse, appare comunque impari e che magari si sarebbe potuta evitare se, ascoltando le richieste di chi chiedeva una tempestiva convocazione del consiglio comunale (che immaginiamo sappia cosa chiedere per la sua città!) per poter meglio e per tempo valutare il testo normativo, non ci si
sarebbe ridotti infine a tentare la improbabile strada degli emendamenti.