L’AQUILA – L’Abruzzo non deve essere solo Mezzogiorno, ma è indubitabile che sia anche Mezzogiorno. Storicamente e dal punto di vista normativo. Se poi con Mezzogiorno intendiamo una condizione di ritardo di sviluppo e di insufficiente modernizzazione, siamo certamente più Mezzogiorno oggi che nel 2000, essendo da allora tornati parecchio indietro. L’Abruzzo conserva il primo posto tra le regioni del sud per PIL pro-capite, ma il divario con il centro è tornato ad aumentare e il vantaggio sulle altre regioni meridionali si è ridotto. Essendo quella del Mezzogiorno la questione chiave da affrontare affinché l’Italia torni a crescere, l’Abruzzo fa benissimo a stare dentro il Piano d’Azione Coesione e tutte le strategie di rilancio del Mezzogiorno. Anche quando non ne ricava risorse aggiuntive, come quando per esempio si tratta di riprogrammazioni di risorse di pertinenza delle regioni convergenza, è bene partecipare alla definizione delle strategie. Con la nostra autonomia: per esempio, noi abbiamo la sovranità sul FAS regionale, conquistata con il Patto per lo Sviluppo dell’Abruzzo, e siamo liberi di rimodularlo, a differenza delle regioni meridionali dell’obiettivo convergenza, i cui FAS vengono rimodulati dal governo.

17 luglio – Cgil, Cisl, Uil e Confindustria con Barca per il rilancio del Mezzogiorno
A Roma, a porte chiuse, presso la Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, verranno presentate al Ministro Fabrizio Barca le proposte di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Partecipano i segretari nazionali e i regionali dei sindacati delle regioni del Mezzogiorno. Obiettivo: partire dal Piano di Azione Coesione per un progetto più ampio per restituire attrattività ai territori meridionali.

Non solo Mezzogiorno: Adriatico e Appennino
Sarebbe però sbagliato ridurre la geopolitica dell’Abruzzo alla sola dimensione meridionale. Ci sono almeno altre due prospettive rilevanti per la nostra regione: quella adriatica e quella appenninica. La prima può essere coltivata su due versanti (che spesso vengono confusi, ma sono distinti): la costruzione in ambito UE della macro-regione adriatico-ionica nell’ambito della programmazione dei fondi europei 2014-2020; l’approfondimento della possibilità, in ambito nazionale, di dare vita ad alleanze interregionali, più o meno istituzionalizzate, con le Marche, il Molise ed eventualmente altre regioni adriatiche su temi di interesse comune, a partire, secondo noi, dalle infrastrutture, che sono il nostro vero punto debole, soprattutto la ferrovia adriatica. La seconda, la prospettiva appenninica, deve significare la ricostruzione e la ripresa economica e sociale dell’Aquila, la valorizzazione della montagna, l’istituzione di rapporti con le altre regioni appenniniche, riscoprendo una lunga vicenda storica che oggi può diventare turistica, culturale e scientifica.

L’asse tra l’Abruzzo e Roma
La prossimità dell’Abruzzo a Roma è un rilevantissimo punto di forza, oggi però appannato a causa dell’invecchiamento della ferrovia, del congestionamento dell’ingresso su gomma a Roma, dell’insabbiamento del porto di Pescara, della mancanza di una cultura del turismo in Abruzzo. Da rilanciare, ma con un Abruzzo non ridotto ad entroterra di Roma, come recentemente suggerito in un articolo della rivista di geopolitica Limes, bensì ben piantato nelle dimensioni meridionale, adriatica ed appenninica sopra ricordate.

Cogliere l’occasione della razionalizzazione delle Province
Penoso oltre ogni immaginazione l’inizio del “dibattito” sulla razionalizzazione delle Province in Abruzzo. Consideriamolo una falsa partenza e riproviamo. Riprendiamo la storia dei territori che compongono la nostra regione e verifichiamo la validità che potrebbero avere oggi configurazioni sperimentate nel passato o l’utilità di crearne di nuove. Tutto ciò dentro un’idea unitaria di Abruzzo. Faremo presto anche noi delle proposte. Lo spirito giusto, secondo noi, è quello della ricerca dell’Università di Groningen e dell’Ocse che Cgil, Cisl, Uil e Confindustria da un lato e il Dipartimento Politiche di Sviluppo dall’altro finanziano: “Abruzzo verso il 2030: sulle ali dell’Aquila”, in cui le parti sono messe in relazione con il tutto, e non contrapposte o scatenate in una competizione a chi sta sopra e chi sta sotto, secondo le infelici espressioni di alcuni rappresentanti istituzionali.

Per la Uil Abruzzo
(Roberto Campo)

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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