L’AQUILA – E’ stata presentata stamani, presso il Comune dell’Aquila l’Opera da camera in un atto di Marco Taralli, su Libretto di Vincenzo De Vivo, NÛR, patrocinata dal Comune dell’Aquila.
L’Opera, prima commissione assoluta in trentotto anni di vita della manifestazione del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, verrà eseguita in prima assoluta il prossimo 21 luglio all’interno del calendario di questa storica e importante iniziativa dedicata al repertorio barocco del belcanto ed al teatro dell’impegno.
NÛR, impernia tutta l’evoluzione del racconto sulla tematica del valore del dialogo, della forza salvifica del perdono e della tolleranza, come messaggio civile, oltre che spirituale, che affonda le sue radici nell’accettazione dell’altro, portatore di differenze culturali, religiose e sociali. La composizione affidata all’abruzzese Marco Taralli prende lo spunto dall’idea originale di Marco Buticchi, popolare scrittore di grande successo anche internazionale, su cui è elaborato il libretto di Vincenzo De Vivo, figura di rilievo nel mondo del teatro musicale italiano ed internazionale.
Tutto accade in una notte dopo il terremoto del 6 aprile 2009 in un Ospedale da campo allestito, nei primi giorni dal sisma, sul prato antistante la Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila. La Basilica simbolo della storia di questa città e del messaggio universale del perdono, atto più alto dell’umano agire, e il terremoto che cancella, che sconvolge, ma che, allo stesso tempo, permette di ricostruire una comunità e di riappropriarsi del senso profondo dell’animo umano. L’Opera, quindi, diviene un percorso che conduce da un piano terreno a quello spirituale, è il mezzo per la conoscenza e lo strumento per trasmettere la forza dell’integrazione come generatrice di un mondo possibile.
“NÛR, parla di angoscia e sofferenza, ma è anche un cammino alla ricerca della luce, la luce della compassione e dell’accoglimento di chi è diverso da noi o più semplicemente «lontano», «altro» da noi. Tutto il lavoro, dai colori foschi e cupi delle prime scene, passando dalla morbidezza di un ricordo lontano evocato da una semplicissima nenia araba, fino al sollievo del primo raggio dell’alba, trova base formale in una particolare sequenza di note, una sorta di scala speculare di sette note, da DO# a DO#, interamente ricavata dai rapporti matematici interni alle geometrie costruttive della Basilica di Collemaggio, cha ha dunque pieno titolo per essere considerata un personaggio dell’opera.” ha dichiarato Marco Taralli, compositore di NÛR.