L’AQUILA- Confusione, polemiche, dispute, contestazioni e, soprattutto, il timore di una pioggia di ricorsi che rischiano di mandare in blocco l’intera ricostruzione. Oggi anche i sindacati hanno messo in evidenza i punti deboli della selezione decisa dal governo, mentre i precari protestavano questa volta in Consiglio comunale e che era in piena riunione. Punti deboli e criticità, quelli del concorsone, che non lasciano tranquilli. Sul piede di guerra, infatti, sono scesi ieri anche i 47 dipendenti di ruolo del Comune risultati idonei nelle cosiddette ‘progressioni verticali’. Questi dipendenti hanno inviato una lettera al ministro Barca che pubblichiamo di seguito.
SI RISCHIA UNA GIGANTESCA VERTENZA
Ma è toccato ai sindacati, Cgil, Cisl e Uil, mettere in evidenza, la possibilità che tutto si trasformi in una gigantesca vertenza. “Se tutto resta com’è adesso- ha detto Fabio Frullo della Uil Funzione pubblica, è un concorso che non sarà mai portato a conclusione perché sarebbe oggetto di ricorsi che lo renderebbero nullo”. Ma che genere di ricorsi?
TUTTE LE CRITICITA’ DEL BANDO
Frullo li elenca: E’ mancata la concertazione coi sindacati prevista per legge. Secondo: non c’è allo stato la riserva del 50 per cento dei posti per i dipendenti del Comune prevista anche questa per legge. Terzo, manca ancora la riserva obbligatoria per la mobilità. Mi spiego: se una persona lavora al Comune di Torino e c’è un concorso all’Aquila, deve avere la possibilità di rientrare. Anche questo è previsto dalla legge”. Dunque il concorsone, secondo Frullo, potrebbe bloccarsi subito col rischio di fermare di conseguenza la ricostruzione della città. Chi esaminerà i progetti, le pratiche e le relative richieste di contributo una volta che Fintecna, Reluis e Cineas avranno ultimato il loro mandato alla fine di dicembre. Il sindaco ce lo spieghi per favore, lo spieghi bene alla città”.
Sempre oggi, intanto, hanno manifestato in Comune i 47 dipendenti di ruolo risultati idonei nelle ‘progressioni verticali”
LA LETTERA DEI 47 DI RUOLO AL COMUNE
“Il concorsone- dicono- non lascia a bocca asciutta solo i ‘determinati’ dell’amministrazione comunale ma anche i 47 dipendenti di ruolo risultati idonei nelle progressioni verticali (alias ‘concorsi interni’) banditi ed espletati tra la fine del 2009 e la fine del 2010.
Così, seguendo l’esempio dei loro colleghi, i ‘tempi indeterminato’ scrivono al Ministro Fabrizio Barca non più certi che il Comune li abbia tutelati. “E’ un anno circa che stiamo chiedendo che nelle varie ordinanze, con cui sono state gestite l’emergenza e la ricostruzione post terremoto, e, da ultimo, nella legge che ha stabilito gli assetti principali della ricostruzione (capo X bis, aggiunto al decreto legge n. 83/2012 dalla legge di conversione n. 134 del 7 agosto 2012), venisse formalizzata una deroga che consentisse all’Amministrazione Comunale lo scorrimento delle graduatorie di questione. Deroga mai concessa, nonostante i vertici della Municipalità ci abbiano sempre riferito di aver profuso il massimo impegno possibile”.
“Gli organi di informazione – prosegue la nota – hanno dato notizia che l’altro ieri i nostri colleghi che hanno un contratto a tempo determinato, stipulato per far fronte alle necessità del Comune in ordine alle varie conseguenze causate dal sisma, Le hanno inviato una nota affinché Lei li tuteli per l’ormai famigerato “concorsone” che sta per essere bandito dallo Stato per 300 assunzioni a tempo indeterminato ai fini della ricostruzione, di cui 128 da assegnare al Comune dell’Aquila.
“SIAMO SOLIDALI CON GLI ALTRI, MA ABBIAMO LE STESSE COMPETENZE”
Siamo totalmente solidali con le preoccupazioni e le ansie dei colleghi che rischiano di trovarsi, al termine delle procedure selettive, senza quel lavoro che hanno svolto, al nostro fianco, con senso di responsabilità e sacrificio per fare in modo che tutti i complessi iter dell’assistenza alla popolazione e della ricostruzione potessero essere gestiti nel modo migliore possibile. Ci permettiamo unicamente di rappresentarLe che quel patrimonio di conoscenze a vario titolo che è certamente appannaggio dei colleghi in questione, appartiene anche a noi, ed è anche grazie a noi
che si è formato.
Vede, Signor Ministro, la gran parte delle persone che sottoscrivono la presente si sono messe a disposizione del Comune la notte stessa della tragedia, al più tardi il 7 o l’8 aprile 2009, lasciando le famiglie nelle tende e rendendosi conto che tornare immediatamente al lavoro era l’unico modo per garantire il possibile a decine di migliaia di senza tetto o – peggio ancora – con vittime.
“PERCHE’ NESSUNA DERROGA PER NOI?”
Tutt’oggi, la gran parte di noi continua il proprio lavoro, in diversi uffici e in vari modi, per questioni attinenti l’emergenza e la ricostruzione. I provvedimenti post sisma hanno permesso la stipula di contratti di lavoro diretti, la costituzione di uffici ad hoc e l’acquisizione di svariate consulenze. Non siamo mai riusciti a capire fino in fondo i motivi per cui a noi, invece, sia stata negata ogni possibilità di poter ottenere la deroga cui facciamo riferimento – a seguito dei richiamati concorsi –, nonostante ci siamo assunti, all’interno dei settori e uffici cui siamo stati assegnati, delle responsabilità proprie delle categorie superiori.
Possibilità che nell’ottobre 2009 era stata accordata ad altra graduatoria di una precedente progressione verticale e che, nel nostro caso, è sempre sfumata. Nonostante le proposte che l’Amministrazione Comunale ci aveva assicurato di aver inviato alle strutture di Stato competenti (Dipartimento di Protezione civile prima, Ministero della Coesione Territoriale poi), nessuna traccia si è mai avuta, nelle parti che riguardavano il personale del Comune dell’Aquila, nelle Ordinanze nn. 3917, 3950, 4013 (dove addirittura è stato eliminato il principio giuridico su cui avrebbe potuto poggiare la proposta di deroga) e nella legge di conversione del Decreto Passera sulla crescita.
“I TROPPI RIPENSAMENTI DEL TAVOLO TECNICO”
La norma per la deroga era stata approvata dal tavolo tecnico e inserita nella proposta di legge; ma è sparita dal testo definitivo licenziato dal Consiglio dei Ministri. Era stata riproposta nelle competenti Commissioni della Camera dei Deputati come emendamento a firma dei Parlamentari aquilani Giovanni Lolli e Marcello De Angelis, ma è stata giudicata inammissibile dal Presidente degli Organismi predetti “in quanto non presentano alcun aggancio testuale con il contenuto dell’articolo aggiuntivo, né appaiono direttamente riconducibili alla materia oggetto dell’articolo aggiuntivo”.
Lei sa bene che in quell’articolo si parlava del famoso reclutamento del personale e pertanto la proposta era coerente tanto con il testo quanto con l’argomento. Alla luce dei fatti, pertanto, siamo di fronte a una sorta di continua esclusione, di cui non comprendiamo i motivi. Non sappiamo, in poche parole, se non sia stato sufficiente l’impegno della politica locale o se, al contrario, ci sia stato un certo ostracismo da parte dello Stato. Non ce ne facciamo una ragione, Signor Ministro, soprattutto alla luce del fatto che la possibilità di attingere alle graduatorie dei Comuni è stata invece prevista per gli enti del cratere sismico dell’Emilia Romagna e della Lombardia dall’art. 3 bis della legge n. 135 del 7 agosto 2012, che ha convertito il decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, il famoso provvedimento per la “spending review”.
“SU NOI C’E’ STATA ECCESSIVA INTRANSIGENZA”
Ed è anche per questa ulteriore ragione che l’intransigenza sulle nostre richieste ci lascia perplessi. Le nuove assunzioni per gli enti impegnati nella ricostruzione dell’Aquila e dei Comuni interessati costeranno allo Stato diversi milioni di euro. Le quarantasette progressioni verticali meno di 80.000 euro, trattandosi solo di differenze retributive per il passaggio da una categoria a quella superiore. Somme peraltro, come è stato sempre ribadito nelle inascoltate proposte, a carico del Comune e non dell’amministrazione centrale. Probabilmente l’unico caso, dal terremoto in poi, in cui è stato chiesto un intervento allo Stato, senza oneri a carico del medesimo.
Qualche giorno fa, il Presidente della Regione Lombardia, Formigoni, ha chiesto l’equiparazione del trattamento dei terremotati del maggio scorso rispetto a quelli abruzzesi di tre anni fa. Ha perfettamente ragione. Non esistono differenze nelle tragedie. Altrettanto andrebbe fatto per casi come quello che esponiamo. Un’integrazione alla legge sulla spending review, con una prossima normativa avente lo stesso rango e nella stessa forma della proposta che è stata presentata per le ordinanze e la legge sulla ricostruzione (rimasta regolarmente senza seguito), non è un’operazione difficile e non disturberebbe nessuno. E’ per questa ragione che inviamo la presente nota anche al Sindaco dell’Aquila e all’On. Giovanni Lolli, perché ritornino con determinazione sull’argomento che ci riguarda.
“CI AUGURIAMO UN RIPENSAMENTO”
Sappiamo che, sempre l’altro ieri, i vertici della Municipalità si sono riuniti per esaminare le conseguenze di una protesta dei precari. Auspichiamo che, nelle proposte che ne scaturiranno,
venga ricompresa anche quella della deroga più volte richiamata e che approdi sul suo tavolo. Un
ulteriore augurio, se ce lo consente: che stavolta la norma più volte proposta venga approvata.
Diversamente, saremo costretti a rimanere nell’incertezza sulle cause ostative alla richiesta che oggi Le riproponiamo, quando, nel caso contrario, il Comune potrebbe beneficiare della nostra
esperienza e delle nostre responsabilità accresciute (e, finalmente, adeguatamente ricompensate
da una collocazione adeguata), il tutto con una spesa così contenuta da essere perfettamente in
linea con quella “spending review” che il Governo sostiene di voler perseguire.