L’AQUILA- La lettera che pubblichiamo di seguito mostra con chiarezza qual è lo stato dei trasporti urbani nella nostra città e a qual punto sia giunta l’inefficienza di questo servizio. Il consigliere comunale Tinari, che firma la missiva, ha ragione da vendere e noi aggiungiamo con lui che l’Ama dovrebbe vergognarsi quando costringe i cittadini a simili tour de force oppure alla ‘caccia al tesoro’ per capire quale linea segue quell’autobus o quale percorso segue quell’altro. E ciò per mancanza di indicazioni stradali alle fermate. Ma a parte gli studenti che arrivano provati a scuola già prima che comincino le lezioni, e viene da piangere, fanno ridere le tabelle che alle fermate segnalano “fermata a richiesta”. Ma a richiesta di che e di che cosa? E soprattutto quale autobus dovrebbe fermarsi se non c’è scritto, e il passeggero deve aspettare che passi per scoprire qual è? Ecco, sì, è una bella vergogna. Tinari lo scriva al suo sindaco e gli chieda che, al di là di quel libro dei sogni che è il piano della mobilità, intervenga subito per dare una risposta immediata ai cittadini. Anche una ‘pezza a colore’ va bene, in attesa della grande riforma che poi verrà quando verrà (G.D.R.)

LA LETTERA DI TINARI

E’ davvero un’indecenza- scrive Roberto Tinari, consigliere comunale di ‘L’Aquila Città aperta’- vedere i cittadini, e in particolare i nostri figli, assiepati dentro gli autobus come sardine. Gli autobus che arrivano alle fermate stracolmi e ripartono ancora più carichi. Alla Piazza di Coppito poi è davvero un’indecenza. E’ vero che siamo ancora in emergenza – anche se qualcuno pensa che sia passata – ma almeno ai ragazzi che si recano a scuola vogliamo dare quella dignità e quella tranquillità che meritano?

“Mi rivolgo ai rappresentanti dell’AMA perchè immediatamente dispongano servizi efficienti e adeguati, soprattutto rispettosi dei diritti degli studenti e di tutti i cittadini. Da Consigliere Comunale e Vice Presidente del Consiglio Comunale dell’Aquila  mi sento offeso e umiliato nel denunciare  scene del genere.  E’ davvero penoso  vedere cose  da terzo mondo (dopo che i genitori versano 195 euro annui per garantire il trasporto dei figli che vanno a scuola) e  addirittura a volte si fa fatica a far entrare la gente nei bus. Addirittura qualcuno costretto  a rimanere a piedi e  a chiedere passaggi di fortuna, non potendo aspettare la corsa successiva. Chi di dovere deve sentire l’obbligo di intervenire immediatamente. Basta alle sofferenze inutili in questa città. La pazienza ha un limite”.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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