L’AQUILA- Se ne avete l’occasione fatevi un giro nella ‘zona rossa’. Sì, nella ‘zona rossa’, quella che degrada verso ovest tra via Cascina e il viale Duca degli Abruzzi. Non c’è bisogno d’essere autorizzati tanto non la guarda nessuno. C’è una camionetta con due soldati in fondo a via Cascina che la sorveglia a vista, una cosa da ridere perché, se vuoi, entri nel dedalo dei vicoli come ti pare. Se è una giornata di sole incontri i turisti che si aggirano tra le case diroccate e scattano foto in silenzio quasi a rispettare quei segni della tragedia. Se piove ti prendono pensieri cupi tra i muri sventrati, i tetti crollati, gli stipiti divelti delle porte sfondate dal terremoto e dai ladri, col ticchettio della pioggia che risuona in un silenzio che opprime.

E’ qui, ‘nella zona rossa’, che puoi renderti conto di quanto sia strano e surreale parlare oggi di ricostruzione della città e del suo centro storico, coi soldi del governo che stanno per finire, la governance del post sisma in mezzo al guado, i precari del Comune che fanno sciopero, i ricorsi che incombono sul ‘concorsone’, i progetti e i cantieri al palo. Quanto ci vorrà, ti chiedi, per veder rifiorire un giorno questa parte della città, con la gente nelle strade e la vita nei vicoli e nelle case rifatte? Dieci, quindici, venti anni, una vita intera?

Ecco, sarebbe importante per gli aquilani, per noi aquilani, avere una qualche risposta, un’indicazione concreta, vedere una piccola luce in fondo al tunnel, ma è una pia illusione. Vadano, vadano i nostri amministratori a farsi anche loro una passeggiata in ‘zona rossa’, per provare la stessa sensazione angosciante che abbiamo avuto noi. Invece, per ora, sappiamo soltanto che domenica 7 ottobre il Capo dello Stato verrà all’Aquila a inaugurare l’auditorium di legno di Renzo Piano, che il superassessore alla ricostruzione ha voluto paragonare, bontà sua, allo Shard di Londra, il grattacielo più alto d’Europa firmato anch’esso dall’architetto italiano. E pazienza se questa brutta scatola di legno somiglia invece a una costruzione di Lego, di quelle che fanno divertire tanto i bambini. Per chi ci governa va bene così. La ‘zona rossa’ incustodita, abbandonata al degrado, ai vandali e ai ladri dovremo tenercela in quello stato, forse ancora per una vita.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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