L’AQUILA- La notizia è di quelle destinate a fare rumore. Il governo si reso conto della grande difficoltà che sta incontrando il passaggio dalla gestione commissariale alla governance ordinaria della ricostruzione, e sta pensando a una ‘gestione temporanea’ dell’ attuale fase di transizione.

Come dire che pensa a una proroga della gestione commissariale, nel timore che l’entrata a regime della nuova governance con gli assunti a tempo indeterminato, gli uffici speciali e tutto il resto sia di là da venire. Se ne parlerebbe, secondo alcuni, a maggio prossimo, se il ‘concorsone’ non si blocca. Dunque, dice il ‘think- tank’ di Barca, bisogna correre ai ripari mantenendo in qualche modo il meccanismo attuale, altrimenti la ricostruzione si ferma davvero.

IL RIFIUTO DI CHIODI. MORGANTE NON CONFERMA

E’ una notizia clamorosa a cui se ne aggiunge un’altra egualmente dirompente. Il governo avrebbe consultato Gianni Chiodi per sondarne la disponibilità, ma l’ex commissario avrebbe opposto un netto rifiuto a gestire la fase di transizione ed evitare il marasma che si avrebbe (si avrà?) se si dovesse aspettare che entri in funzione la nuova governance. Le indiscrezioni che riportiamo sono molto attendibili, anche se Antonio Morgante, capo della segreteria dell’ex commissario e governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi, non ha voluto commentarle, ma non le ha neppure smentite.

“La legge Barca sulla nuova governance della ricostruzione- ha detto- ha i suoi pregi, ma ha anche grandi difetti. Il principale è che dà una normativa molto incompleta, blocca la gestione preesistente senza offrire meccanismi alternativi praticabili. Come dire: fermiamo tutto e poi si vede. E’ da questa carenza piuttosto evidente, che nascono tutte le difficoltà. La gestione commissariale, tanto bistrattata, aveva dei riferimenti precisi. Si sapeva a chi bisognava rivolgersi in caso di necessità, erano chiari i delicati passaggi per ottenere i finanziamenti per la ricostruzione.

Oggi questo non è più vero, non lo è fino a questo momento e non prevedo che lo sia in futuro. Inoltre, dalla legge non si capisce bene chi deve dare i soldi o la copertura finanziaria. Prima si sapeva a chi andare a bussare”.

LA PAURA DEL GOVERNO

Barca e i suoi collaboratori sarebbero rimasti di stucco quando, dopo aver sollecitato al commissario la relazione conclusiva come prevede la nuova legge, si sono visti recapitare una relazione di 1.200 pagine. Hanno chiesto una semplificazione e sono arrivate sui loro tavoli 19 schede riassuntive.

E’ bastato a questo punto che lo staff del ministro si sarebbe reso conto di trovarsi davanti a un ‘mare magnum’, una materia nient’affatto abbordabile in tempi brevi. Si aspettavano forse indicazioni più semplici, ma Barca e i suoi si sono resi conto che ciò non sarebbe stato possibile anche perché non erano preparati alla quantità di problemi che gli veniva proposta. E così avrebbero pensato a una proroga della gestione commissariale. Un’ultima indiscrezione: ne avrebbero parlato con Chiodi e non col Comune che sarebbe all’oscuro di tutto (G.D.R.)

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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