L’AQUILA – Quando si rivestono dei ruoli istituzionali, può succedere che anche i propri disturbi di salute assumano una dimensione pubblica. Per questo motivo, sento il bisogno di ringraziare pubblicamente tutti coloro che si sono prodigati per la soluzione del problema di salute che in questi giorni mi ha colpito.
Un problema clinicamente non semplice, che è in via di risoluzione grazie all’efficace concorso di tante professionalità mediche e infermieristiche aquilane, sia ospedaliere che universitarie.
Credo sia giusto e doveroso dirlo pubblicamente, per le mie responsabilità istituzionali di rettore dell’Università dell’Aquila, ma anche per quelle di docente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e di medico.
In un momento in cui la sanità nazionale è continuamente accusata, quasi sempre a sproposito, di non funzionare o di funzionare male, posso testimoniare pubblicamente che la sanità aquilana, nella sue due componenti universitaria e ospedaliera, è sicuramente in grado di fornire una assistenza medica qualitativamente eccellente.
In questi giorni di forte preoccupazione per le mie condizioni di salute, infatti, non sono mai stato sfiorato dal dubbio di rivolgermi a “blasonati” ospedali romani.
La mia fiducia nei confronti di medici e operatori sanitari aquilani era già incondizionata, ed ha trovato ora una ulteriore conferma. Per questo ritengo ingiustificate tutte le forme di “mobilità passiva” – come tecnicamente viene chiamata – che a volte inducono i cittadini aquilani a rivolgersi altrove per soddisfare i propri bisogni di salute, illudendosi di trovare una sanità migliore.
E’ giusto, invece, riconoscersi nel proprio Ospedale che, davvero, non ha nulla da invidiare ad altri nosocomi, pur avendo dovuto superare le tante difficoltà determinate dalle conseguenze del sisma del 2009. Proprio la qualità dell’assistenza fornita nel nostro Ospedale, è forse la risposta migliore a tante pretestuose polemiche che stupidamente ancora contrappongono le capacità di reazione dei cittadini aquilani ed emiliani.
Per questi motivi, avverto come un preciso dovere istituzionale esprimere questo pubblico riconoscimento nei confronti di tutta la sanità aquilana e di tutti coloro che si prodigano per dare una risposta efficace ai bisogni di salute dei cittadini aquilani, a partire dal Direttore Generale della ASL dott. Giancarlo Silveri.
Al tempo stesso, rivolgo la mia personale riconoscenza a tutti coloro che hanno gestito il mio problema di salute portandolo sulla strada della guarigione: la dott.ssa Sabrina Cicogna con tutto il personale infermieristico e medico della Cardiologia-UTIC; la prof.ssa Maria Antonietta Pistoia con il validissimo collaboratore dott. Loreto Lombardi dell’Endoscopia e Chirurgia Digestiva; il prof. Gianfranco Amicucci, il prof. Alessio Agnifili, il dott. Giovanni Cianca e gli specializzandi della Chirurgia Universitaria; il dott. Tullio Pozone, il prof. Franco Marinangeli, la Prof.ssa Alba Piroli, i medici e gli specializzandi dell’Anestesia-Rianimazione; il prof. Ernesto Di Cesare della Radiologia universitaria.
Un elenco necessariamente lungo, perché la complessità della mia situazione clinica ha coinvolto davvero tante persone. A tutti loro, simbolicamente uniti nel rappresentare l’eccellenza dell’Ospedale aquilano nel suo insieme, rivolgo i miei sentimenti di grata riconoscenza.
Ferdinando di Orio