Aumentano le razzie nella zona rossa. Le incursioni avvengono di notte, nelle case devastate dal terremoto e più volte saccheggiate. L’ultima denuncia, l’ultimo allarme arriva da Paganica dove bande di malviventi rubano sistematicamente nel centro storico portando via tutto quello che trovano. Ma segnalazioni e denunce analoghe giungono anche dalle altre frazioni del comprensorio e dal capoluogo. Gli sciacalli hanno vita facile perché non c’è sorveglianza. All’Aquila il controllo della zona rossa è affidato a un paio di pattuglie dell’Esercito. I soldati bivaccano nelle camionette e fanno quello che possono, cioè niente o quasi. Vedere per credere. Abbiamo già controllato per conto nostro. Ci siamo introdotti più volte nella zona rossa, quella della parte ovest del centro storico tra via Cascina e Viale Duca degli Abruzzi. E’ stato un gioco da ragazzi e ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo desolante. Porte divelte, infissi asportati insieme ai sanitari e alle antenne televisive. Da qualche parte sono stati tolti i cavi elettrici e i tubi di rame dell’impianto termico. Ci chiediamo insieme agli aquilani: chi sorveglia la città abbandonata? Chi ci protegge dai malviventi? Chi garantisce la nostra sicurezza? Provate a passare per via Cascina appena fa buio. Meglio cambiare strada, meglio non correre rischi di incontrare brutta gente come è successo l’altra notte alla giovane malmenata e rapinata in via Antica Arischia dopo il turno di lavoro in pizzeria.

Giorni fa l’ennesima denuncia è arrivata da Sassa. Un intero isolato è rimasto al buio per parecchio tempo. I cittadini hanno protestato invano per qualche giorno. ‘You reporter’ ci ha fatto un servizio e lo ha messo in rete. Incredibile: il fatto, è ovvio, non la denuncia. Noi diciamo a questo punto che chi è preposto alla nostra tutela dovrebbe vergognarsi perché non fa il suo dovere per cui è stato delegato. Di più. I ladri, e sappiamo bene da dove vengono, saccheggiano sistematicamente i cimiteri. Dopo i furti di rame nei cantieri, ora prendono di mira obiettivi più semplici e fanno incetta di lampade votive e vasi di rame per i fiori. Sono davvero episodi isolati come dice qualcuno? Proprio non crediamo. Crediamo invece che non basta una lettera d’allarme al ministro dell’Interno per mettersi l’anima in pace e far vedere ai cittadini che ci si sta occupando di loro. Servono invece azioni, iniziative, controlli che oggi mancano quasi del tutto.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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