Sì, certo, L’Aquila non sarà il Bronx, come ha detto il dirigente della Squadra Mobile Grasso dopo l’ultima aggressione da parte di tre stranieri nei confronti di uno studente aquilano che aveva rifiutato la loro compagnia, ma è un fatto che, da tempo, si è creato proprio all’Aquila un problema legato alla sicurezza di ogni singolo cittadino. Basta leggere le cronache dei giornali o guardare i notiziari delle televisioni, per avere un più che giustificato motivo d’allarme. Vediamo oggi, 20 febbraio. Insieme alla gang di bulli stranieri sgominata dalla Mobile, c’è una donna che svaligia l’ufficio postale di Monticchio, che è forse la stessa che, tempo fa, ha fatto irruzione e rapinato le Poste di Assergi. Altro titolo di testata, la ‘spaccata’ di una vetrina di un negozio della città con conseguente sparizione di orologi. Poi una serie di furti in abitazioni e cimiteri, e case inagibili del centro e della periferia depredate da ignoti. Tutto questo in un solo giorno. Ma si potrebbe, anzi si può continuare perché fare man bassa di oggetti di rame nei cimiteri del comprensorio è diventata ormai un’abitudine, mentre altri episodi di bullismo e aggressioni con rapina (una ragazza a Pettino), sono stati registrati in passato e, peggio ancora, sono rimasti impuntiti.

L’Aquila non è il Bronx, certo, dove non puoi scendere dal taxi che rischi di subire un’aggressione, ma gli aquilani non sono più sicuri come una volta. E’ un fatto che le stesse forze di polizia sono in difficoltà per i tagli del governo Monti di uomini e mezzi, ma questo non può e non deve costituire un pretesto per chi ci governa. Chi è responsabile della guida della città deve trovare soluzioni adeguate insieme alle forze dell’ordine. Non basta andare a Palazzo di Giustizia e raccontare al procuratore della Repubblica che sono venuti a rubare negli uffici comunali. Occorre ben altro che una denuncia scritta o verbale. E’ anche e soprattutto sul tema della sicurezza che si misura la credibilità di un’amministrazione. 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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