L’AQUILA- Da Francesca Luzi riceviamo e volentieri pubblichiamo: “C’è un palazzo a San Pietro, piena zona rossa, in via Rustici, il palazzo rosa salmone al numero 38, quello che fa angolo con via Coppito, che avrebbe potuto iniziare i lavori di sostituzione edilizia da ben due mesi e mezzo. Il cartello di cantiere regolarmente affisso, la D.I.A. datata 24.09.2012, con data inizio lavori 16.01.2013 e riconsegna 06.01.2015. Ma non è così. Nel palazzo, lateralmente al portone d’ingresso, insiste un locale adibito a cabina Enel, come era usanza fare nei decenni scorsi, che serviva sia le utenze del palazzo che un altro paio di case ad esso adiacenti. Questo tipo di impianti sono ormai fuori norma per effetto della L. 46/90 e dopo la ricostruzione dell’immobile, per effetto della stessa legge, la cabina non potrà più essere ubicata nello stabile ma in altro luogo esterno.
“TUTTI VANI GLI INVITI A ENEL DISTRIBUZIONE”
“Durante gli anni trascorsi in attesa della gestione della pratica, ripetutamente l’amministratore dello stabile si è premurato di inviare svariate raccomandate a Enel Distribuzione per sollecitare lo sgombero dei locali perché prossima la demolizione per pubblica sicurezza, ma invano. Si è giunti al momento di poter iniziare finalmente i lavori ma di fatto si è dovuto chiedere una sospensiva dei lavori per aspettare i comodi di Enel che a tutt’oggi ancora non si degna di inviare degli addetti in loco per smantellare il vecchio impianto. E intanto le diciotto famiglie che dovranno rientrare nella loro casa continuano ad aspettare i tempi morti ed eterni di una burocrazia vuota e insensibile che non tiene conto di nulla. Mi domando: senza collaborazione almeno degli enti che forniscono servizi, come in questo caso, come possiamo pensare di poter ricostruire in maniera adeguata ed intelligente una città intera? E intanto tra pochi giorni saranno trascorsi quattro anni da quella notte maledetta”.