L’AQUILA – Era sabato santo, il 30 marzo scorso, quando la vegliarda aquilana Iolanda Petrocco ha compiuto il suo secolo di vita a Clinton Township, nella grande area metropolitana di Detroit. E’ infatti nata il 30 marzo 1913 a Paganica, quando il popoloso centro aquilano era comune autonomo, prima d’essere annesso d’imperio, nel 1927, alla città capoluogo d’Abruzzo per iniziativa del podestà Adelchi Serena e per decreto regio di Vittorio Emanuele III, onde assecondare il disegno della Grande Aquila. Ma la Settimana Santa, con i riti della Passione e in attesa della Resurrezione, non ha fatto ritenere opportuno celebrare come si doveva i 100 anni della signora Iolanda, consigliando un rinvio d’un paio di settimane. E infatti domenica 14 aprile è stata grande festa, con una magnifica conviviale che insieme ai familiari ha radunato una settantina di paganichesi residenti a Detroit e nell’hinterland della città dell’auto, non a caso è definita “the Motor city”. Nell’area urbana di Detroit si concentra infatti una forte presenza aquilana, specie peligna, e abruzzese in generale, ben organizzata in club e associazioni che si riconducono nella Federazione Abruzzese del Michigan, che proprio un paganichese, Rinaldo Rotellini, ha guidato per oltre sei anni dopo la prematura scomparsa del fondatore e primo presidente, Natalino Bucciarelli.
Ma ora torniamo alla “centenaria”. Figlia di un fornaio, Iolanda Petrocco sposò Paolo Vincenti, agricoltore e piccolo proprietario paganichese con il quale ha vissuto una vita nella coltivazione dei campi, fino a metà degli anni Settanta. Una sola figlia dal loro matrimonio, Elena, che nel 1966 sposa Vittorino Taranta, figlio di emigrati abruzzesi a Detroit – madre paganichese e padre di S. Vittorino Amiterno – italoamericano già ufficiale pilota dell’Air Force, poi la laurea presso la Wayne State University e l’impiego nell’amministrazione giudiziaria americana. Conseguente, dopo le nozze, l’emigrazione di Elena negli States. Lì il riconoscimento dei suoi studi universitari e la laurea in Letteratura italiana e spagnola, quindi la docenza in un liceo di Gross Point, arricchita da numerose missioni estive in Italia in Summer School con i suoi studenti. La signora Iolanda, a sua volta, raggiunge gli States nel 1980, qualche anno dopo la scomparsa di suo marito. Donna tenace, volitiva, con un carattere forte, generosa e sensibile, non ha avuto difficoltà ad ambientarsi in terra straniera, a dispetto dell’età, elaborando un suo idioma “italiese” grazie al quale si è sempre tratta da ogni difficoltà.
Dal momento della sua emigrazione in America, la signora Iolanda è tornata ogni anno a Paganica, in estate, con i familiari e talvolta da sola, per rivedere amici e parenti e organizzare, con piglio “manageriale”, le manutenzioni alle due case di proprietà, curarne il miglior uso, controllare l’affidamento dei terreni agli affittuari. Ritorni che, anche in età molto avanzata, le hanno fatto affrontare numerosi viaggi aerei, senza provare il minimo d’ambascia o timore, com’è puntualmente avvenuto fino all’estate precedente il 6 aprile 2009. Il terremoto dell’Aquila, che non ha scalfito la determinazione propria della sua indole, è stato però il discrimine che ha interrotto l’abituale “vacanza di lavoro” estiva nella terra natale. Insomma, non se l’è sentita di tornare per vedere L’Aquila e la sua Paganica dilaniate dal sisma. Per una volta, quindi, dei lavori per riparare i danni del terremoto si sono occupati altri di famiglia. Ora la sua senilità, già allietata dai tre nipoti – Giampaolo, Angelo e Iole – felicemente sposati e residenti tutti nelle vicinanze di Clinton Township, è accompagnata dalla gioiosa esuberanza di cinque splendidi pronipoti (Angelo, Alessandra, Marco, Ottavio e Savien) con i quali divide felicemente il suo tempo. La circostanza d’aver varcato il secolo, per quanto Iolanda s’affidi in pieno a quanto la provvidenza le riserva, sembra averla ringiovanita d’un decennio, come hanno potuto osservare i suoi compaesani paganichesi nell’agape fraterna in suo onore. Gode di buona salute, dunque un buon viatico per assicurare altri traguardi alla sua esistenza. E allora, i migliori auguri dall’Aquila, signora Iolanda, e un ideale abbraccio dall’intera comunità di Paganica.
Goffredo Palmerini