L’AQUILA- Quattro anni di reclusione per Leonardo Carulli, ingegnere di 86 anni di Roma, in relazione al crollo – dovuto al terremoto del 2009 – dell’ edificio di via XX Settembre 123, in cui sono morte 5 persone. Lo ha chiesto oggi il pm Fabio Picuti al termine della sua breve requisitoria. Carulli e’ accusato di omicidio colposo. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe permesso la realizzazione delle strutture portanti del palazzo (realizzato negli anni 50) con una quantita’ di staffe inferiori al numero necessario. Il pm nella sua requisitoria ha parlato di un edificio paragonabile ‘ad un castello di carte, realizzato con materiali scadentissimi sia sotto il profilo del cemento che del ferro’. Per Picuti ‘il difetto del progetto era palese, netto, gravissimo. L’ edificio – sempre per il pm – era stato costruito per resistere a meta’ ad una eventuale scossa sismica. Progetto maldestro ed edifico costruito malissimo’, non serviva Superman perche’ Carulli visionando il progetto si sarebbe potuto subito accorgere delle gravi anomalie, una idea in fase di realizzazione di un bambino delle elementari. Carulli – ha concluso concluso l’accusa – ha gravemente disatteso la sua posizione di garanzia. Se avesse fatto il suo lavoro la collettivita’ se avesse saputo che il progetto aveva gravi errori, in quell’ edificio non ci sarebbe andato ad abitare nessuno’. Sul banco degli imputati, oltre a Carulli, avrebbero dovuto esserci anche altre persone che si occuparono della realizzazione del palazzo ma decedute negli anni.
L’UDIENZA AGGIORNATA AL 14 GIUGNO
E’ stata aggiornata al 14 giugno, l’udienza dibattimentale sul crollo – dovuto al terremoto del 2009 – dell’ edificio di via XX Settembre 123, in cui sono morte 5 persone. Lo ha stabilito il giudice del Tribunale, Giuseppe Grieco, dopo le richieste di replica avanzate dalle parti. Nel corso dell’udienza di oggi, il pm Fabio Picuti ha chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per l’unico imputato, l’ingegnere Leonardo Carulli, di 86 anni di Roma, accusato di omicidio colposo. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe permesso la realizzazione delle strutture portanti del palazzo (realizzato negli anni 50) con una quantita’ di staffe inferiori al numero necessario. Il pm nella sua requisitoria ha parlato di un edificio paragonabile ‘ad un castello di carte, realizzato con materiali scadentissimi sia sotto il profilo del cemento che del ferro’. La difesa ha sostenuto invece come di fatto Carulli non e’ mai stato collaudatore statico, facendo ricadere le colpe al genio Civile che all’epoca dei fatti aveva l’onere di vigilanza sulle norme nelle localita’ sismiche. La difesa ha poi “puntato” il dito contro la mancanza del certificato di collaudo, del verbale e dei progetti esecutivi e della “cattiva” catalogazione fatta sia dal genio che dal Provveditorato alle Opere Pubbliche. “Sono piu’ i documenti che oggi mancano qui in dibattimento – ha osservato la difesa nel corso dell’udienza – che quelli che sono stati analizzati”. Per la difesa, Carulli ha operato in rispetto delle leggi vigenti e per questo deve essere mandato assolto.