Divampa la polemica per la chiusura della Unità Operativa Complessa di Medicina Ospedaliera del Presidio Ospedaliero San Salvatore. A nome del gruppo consiliare dell’ IdV di L’Aquila mi associo a quanti deprecano questa inopportuna decisione.
Debbo notare, con dispiacere, che manca una mobilitazione congiunta delle forze politiche, sindacali e della classe medica in generale, per contrastare questa decisione discutibile. In altri tempi, in occasioni
analoghe, i sindacati medici erano solleciti nell’avanzare proposte che salvaguardassero l’ospedale aquilano.
Non è certamente il caso di rimpiangere il “bel tempo andato”. Sarebbe sciocco non prendere atto
che i tempi sono mutati, che la medicina moderna va verso l’esasperazione delle specializzazioni, che le risorse si assottigliano gradatamente e, purtroppo, irreversibilmente.
Ma proprio a causa di ciò una riflessione complessiva sul ruolo dell’ospedale aquilano si impone con urgenza: sono finiti i tempi di una contrapposizione astiosa tra la componente ospedaliera e la componente universitaria, perché qui sta passando sopra la testa di tutti un depauperamento complessivo della sanità abruzzese, in generale, e di quella aquilana, in particolare.
Cosa sono le polemiche tra esponenti del centro destra per la localizzazione del servizio di emodinamica?
Perché sono state declassificate prestigiose istituzioni come l’oculistica e la pediatria universitarie? Perché si chiude la medicina ospedaliera? È troppo miope guardare a questi avvenimenti singolarmente. È giunto il momento di una riflessione complessiva.
Qualche anno fa la Regione aveva classificato l’ospedale aquilano come principale (“spoke” era il termine di moda all’epoca) e gli altri ospedali della provincia erano ospedali “hub”. Con ciò si riconosceva il ruolo centrale dell’ospedale di L’Aquila, ossia il luogo dove concentrare la più alta tecnologia, quella più costosa, ma in grado di servire l’intera popolazione della provincia aquilana. Che fine ha fatto quel progetto?
Perché il presidente Chiodi non ce lo viene a spiegare, anziché fare proclami di Regione virtuosa, che è al di là da venire? Non sarà che i risparmi sono avvenuti a scapito di un abbassamento complessivo dell’offerta sanitaria con un aumento contemporaneo della mobilità passiva?
Per questo lo scorso anno assieme ai consiglieri Ianni e Nardantonio avevamo invitato il Sindaco a costituire una Consulta della Sanità ma, purtroppo, non siamo stati ascoltati.
Facciamo appello a tutti i Capigruppo consiliari che vogliono tutelare l’assistenza sanitaria a L’Aquila, perché la salute, come la ricostruzione, è patrimonio di tutti, ed al Presidente del Consiglio, Carlo Benedetti, chiediamo di convocare con urgenza un Consiglio Comunale Straordinario con un solo punto all’ordine del giorno: ‘Stato di salute della sanità aquilana’.
* Il capogruppo Dell’IDV, Giuliano Di Nicola