L’AQUILA – Si stringe il cerchio attorno ai pochi membri dell’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nella zona di Luco dei Marsi (AQ), sfuggiti alle catture.
Le serrate indagini condotte dagli uffici investigativi della Questura, attraverso perquisizioni, controlli e servizi di osservazione, peraltro in un clima di omertoso silenzio, al fine di ricercare gli ultimi soggetti sottrattisi alle misure restrittive emesse dal G.I.P. di L’Aquila il 3 luglio scorso, stanno dando i loro frutti.
Nei giorni scorsi personale della Sezione Antidroga della Squadra Mobile dell’Aquila con l’ausilio di quello della Squadra di p.g. del Commissariato di Avezzano, ha proceduto all’arresto di ENAJI Aziz, nato in Marocco il 01.01.1979, domiciliato a Luco dei Marsi, presentatosi spontaneamente, e sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Pusher al saldo dell’organizzazione, faceva anche da intermediario per l’acquisto della cocaina, accompagnando i clienti dagli altri suoi “colleghi” spacciatori, come si evince dalle tante intercettazioni. In una, in particolare ENNAJI Aziz accompagna CIVITANI Giuseppe, altro soggetto arrestato per spaccio e sfruttamento della prostituzione, per effettuare una consegna di droga, instaurando un discorso con lo stesso circa il prezzo della cocaina; i due chiacchierano sul fatto che il marocchino tiene nascosta la droga sotto terra insieme ad un bilancino di precisione: “lo sai che ho preso 5 grammi l’altro giorno fa dove ho lasciato la bilancia……….ce l’ho io la roba buona…..trova un nuovo cliente che posso cedergli anche 5 o 10 grammi”.
In data 24 luglio scorso era stato tratto in arresto EL MALHOUDY Hicham, nato in Marocco il 20.03.1979, anch’egli presentatosi d’iniziativa presso il Commissariato di Avezzano. Elemento di spicco della predetta componente criminale dedita alla commercializzazione di sostanza stupefacente del tipo cocaina, venne a suo tempo individuato come uno dei principali spacciatori ed organizzatori. Fidato collaboratore dei capi, a volte deteneva e tagliava la roba preso la sua abitazione. È lui uno di quelli che nelle intercettazioni telefoniche chiama la droga karkouba, occupandosi di numerosissime cessioni.
In data 22 luglio 2013 era stato rintracciato a Terracina (LT) GHETTAS Yassine, marocchino avente lo stesso ruolo di EL MALHOUDY, all’interno dell’organizzazione, in cui operava lo spaccio prendendo direttive dai capi ed assumendo all’interno del sodalizio un ruolo di pusher; riusciva a garantire quotidianamente, in ore diurne e notturne, anche nei giorni festivi, la presenza in strada per assicurare sempre le consegne di droga che avvenivano anche in orari mattutini.
In data 23 luglio scorso si era presentato spontaneamente ai Carabinieri di Luco dei Marsi anche EL BAHAROUY Salah, personaggio di rilievo, all’interno del sodalizio, considerato come uno dei principali rifornitori di sostanza stupefacente del tipo cocaina e hashish immessa nel territorio marsicano. Il medesimo, oltre a rifornire le predette sostanze ad altri spacciatori marocchini suoi collaboratori, facenti parte dell’organizzazione, provvedeva a rifornire anche numerosi consumatori della zona, detenendo, tagliando e pesando la droga dentro la sua abitazione.
In data 7 luglio 2013 si era presentato presso il Commissariato di Avezzano, insieme al suo avvocato, HARIR Mohammed, personaggio di spicco nell’associazione a delinquere, un gradino sotto i capi, rifornitore di droga, con il compito di detenerla, tagliarla e confezionarla per il successivo spaccio, all’interno della propria abitazione ubicata a Luco dei Marsi; in più pianificava le varie cessioni, attraverso la collaborazione continua e costante di altri membri minori del gruppo, dediti al rifornimento quotidiano.
Rigettata dal locale G.I.P. la richiesta di OIRAQ Abderrazak, già arrestato il giorno dell’operazione, con la quale il medesimo, tramite il suo legale, chiedeva l’autorizzazione a prestare attività lavorativa.
Si ricorda che l’operazione risale al 5 luglio 2013, nell’ambito delle indagini relative al proc. pen. 279/2012, instaurato presso la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di l’Aquila, allorquando personale di questa Squadra Mobile, con la collaborazione di personale delle Squadre Mobili di Roma – Pescara – Teramo – Chieti – Ascoli Piceno e Grosseto, del Reparto Prevenzione Crimine di Roma e Pescara, del Servizio Cinofili di Pescara – Ancona – Roma, del Reparto Volo di Pratica di Mare (RM), del Compartimento Polizia Stradale dell’Aquila (squadre di p.g.), oltre che di quello del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e dei locali Commissariati di Avezzano e di Sulmona, aveva dato esecuzione a nr. 27 ordinanze di custodia cautelare in carcere, ex art. 74 e 73 D.P.R. 309/90, emesse dal G.I.P. del Tribunale di L’Aquila, nei confronti di una associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini, corroborate da intercettazioni telefoniche ed ambientali e da sistemi di localizzazione installati su autovetture, hanno evidenziato l’esistenza sul territorio marsicano, ricadente su Avezzano, Luco dei Marsi, Celano e Trasacco, di un folto gruppo di cittadini marocchini dediti, in forma associata e stabile, con una struttura organizzativa ben consolidata e collaudata in compiti e ruoli, allo spaccio di droga, in particolare, cocaina ed hashish, collaborati anche da cittadini italiani, in qualità di intermediari e subcedenti. Un italiano, Civitani Giuseppe, di cui si è fatto cenno sopra, è stato arrestato oltre che per spaccio di droga pure per il reato di sfruttamento della prostituzione, per aver fatto prostituire diverse ragazze, assuntrici di cocaina, utilizzate al fine di permutare con la cessione di droga la prestazione sessuale a favore dei clienti, principalmente gli stessi pusher marocchini.
Impressionante il numero quotidiano delle cessioni di cocaina ed hashish. si è stimato che mensilmente l’organizzazione operava circa 4.000 cessioni di droga, per un quantitativo di 2,500 kg e per un giro di affari di circa 70.000 €uro.
Karkouba, come detto, è il nome che in dialetto marocchino i membri dell’organizzazione davano alle dosi di cocaina, chiamata anche “birra” – “regalino” – “bicicletta.
L’operazione di polizia ha avuto anche una specifica valenza di contrasto all’immigrazione clandestina: infatti sono state perquisite diverse abitazioni e controllati su strada circa 30 stranieri: 8 di questi marocchini, clandestini sul territorio, sono oggetto di trattazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura aquilana e 5 sono stati accompagnanti presso i C.I.E. (Centri di Identificazione ed Espulsione) di Roma e Modena, per il successivo rimpatrio.
I fatti di reato sono accaduti nella provincia di l’aquila, da febbraio 2011 a marzo 2013.
La vasta operazione antidroga ricadente sul territorio della marsica ha come epicentro il paese di Luco dei Marsi, nel quale insiste una stipata componente di etnia marocchina, che ha comportato diversi problemi sul territorio tali da attirare, nel mese di dicembre 2012, l’attenzione dei media nazionali e che ha provocato un’interrogazione parlamentare all’allora Ministro Cancellieri da parte dell’allora senatore Giovanni Legnini, per l’allarme criminalità sul paese, nel quale si stavano pure formando delle ronde di c.d. giustizieri contro gli stranieri.
Il nome dell’operazione deriva dal modo di chiamare la droga nel dialetto marocchino da parte dei membri dell’organizzazione criminale.