BERLINO-Un articolo del Der Spiegel apparso nei giorni scorsi in Germania nei giorni scorsi ha sollevato un possibile scandalo circa la vendita di dati riservati sulle prescrizioni mediche di milioni di pazienti da parte di istituti di ricerca ed elaborazione dati che poi li rivenderebbero alle case farmaceutiche che in questo modo sarebbero in possesso di informazioni preziose circa la salute dei cittadini.Milioni di dati delle ricette di 42 milioni di cittadini tedeschi, infatti, sarebbero entrati in possesso delle case farmaceutiche attraverso l’acquisto da società di ricerche di mercato quali IMS Health, il gruppo americano che è presente in più di cento paesi, che acquisterebbe le informazioni del paziente in forma criptata dalla banca dati delle farmacie, VSA di Monaco di Baviera, nella Germania meridionale secondo il “Der Spiegel”.
È ovvio che una notizia del genere che secondo alcuni commentatori è uno dei più grossi scandali degli ultimi tempi in Germania, per Giovanni D’AGATA, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, fa sorgere il dubbio di chiedersi se analoghe politiche siano state effettuate anche in Italia per conoscere il comportamento dei medici circa la prescrizione dei farmaci e per consentire alle case farmaceutiche di effettuare marketing mirati per la commercializzazione dei propri prodotti una volta entrati in possesso di informazioni così importanti anche dei pazienti italiani.