Povero papa Celestino V.
Lo lasciano solo, sotto al sole, e gli si scioglie la faccia.
Lo lasciano solo, quasi sotto l’acqua, e coperto da un telo nero (tipo sacco dell’immondizia), sperano che non si bagni.
Lo prendono da Collemaggio, gli cambiano i vestiti (e, giustamente, la faccia).
Lo riportano a Collemaggio, ma Collemaggio ora è inagibile.
Lo riprendono da Collemaggio e lo portano alla vecchia chiesa di San Biagio… (ora è una basilica, con un nome diverso).
Chi lo porta? Agenzia di pompe fuebri (vabbé…).
Povero Celestino. Non trova pace.
“Dice che” verrà protetto da una cancellata, in ferro, per salvaguardare le sue spoglie.
Già: ci manca solo che la cancellata venga offerta dalla rocca di Fumone… che gliela “offrì” già una volta, nel 1295!
La storia si ripeterebbe!
Povero Celestino. … Non trova pace.
Mi domando una cosa:
Lui rinunciò al pontificato. Papa emerito. Morì e fu canonizzato nel 1313 come “Pietro del Morrone”, eremita: non come Celestino, papa.
Mi piacerebbe vederlo, allora, vestito con l’abito benedettino. Magari con il pallio (quello di B.16) in una mano, e nell’altra la tiara, non in testa. O forse meglio ai piedi! No, dai, è troppo…!
Forse in questo modo gli si renderebbe giustizia.
E la sua immagine diverrebbe un efficacissimo monito: un potentissimo segno contro la fede di facciata, l’ateo clericalismo, la dittatura del relativismo.
Ma tant’è… e la finisco qua. Non vorrei aggiungermi alla pletora (e quanti ne ho sentiti!) dei tuttologi della Perdonanza.
Povero Celestino, non trova pace.
[malinconicamente a Perdonanza finita]* Aquilano impegnato da sempre nel volontariato e sociale
