L’AQUILA – Si resta senza parole di fronte alla ennesima esternazione del sindaco Cialente. Questa volta si è superato ogni limite di decenza.. Apprendiamo dalla stampa. che il Sindaco ritiene l’Accademia della immagine la  310 ma vittima del terremoto, ponendo sullo stesso piano una istituzione in gravi difficoltà economiche e pertanto a rischio di chiusura (e ce ne dispiace) e lo strazio dei corpi, la giovinezza rapita, le responsabilità portatrici di morte legate a gran parte dei crolli: Dimentica che la morte segna l’assenza per sempre e trasforma le vite di chi resta in altro; dimentica che tra  le 309 vittime c’erano  54 ragazzi che avevano scelto di costruire in questa città il loro futuro e che nessuno li ha protetti. A partire dalle istituzioni.

Anche quei 309 morti erano “bene comune”, ma li piangono in pochi. Che siano almeno rispettati, anche con il silenzio, se le istituzioni sono incapaci di condivisione e di gesti di civiltà. Impari, il sindaco Cialente, che le parole sono pietre e come tali pesano. Soprattutto quando attengono alla carne e al sangue dei vivi e dei morti. Un amministratore questo dovrebbe saperlo. In caso contrario, dovrebbe dedicarsi ad altro. E al più presto.

Antonietta Centofanti

Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente 

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