L’AQUILA – Uno dei più autorevoli giornali del mondo, il Financial Times, ha scritto che, in Italia, l’Aquila è il simbolo di una nazione paralizzata, “Lost in stagnation”. Molte polemiche hanno accompagnato il rapporto Sondergaard e le motivazioni della bocciatura di questa città come capitale europea della cultura per il 2019. Ma si tratta di uno spaccato parziale.
Anche se problemi e insidie certo non mancano, all’Aquila lavorano alcuni rappresentanti di quel che c’è di meglio nella cultura italiana della legalità: dal procuratore capo Fausto Cardella (che a Perugia è stato protagonista in vicende giudiziarie tra le più discusse e delicate) a Vittorio Rizzi (un questore che ha guidato la Mobile a Milano e a Roma e che ha lavorato alle indagini sul periodo stragista 1992/1995, inclusi gli attentati di Via Palestro e di Via Georgofili). Insieme a loro, sono attivi tantissimi operatori e dirigenti di grandissima esperienza, sia nella Guardia di Finanza sia nell’Arma dei Carabinieri. Una nuova generazione di appartenenti alle Forze dell’ordine è rappresentata da giovani come Maurilio Grasso (capo della Mobile).
Per riannodare il filo che lega protagonisti vecchi e nuovi dell’impegno italiano per la legalità, il 29 novembre 2013, dalle ore 15, nell’Università dell’Aquila, Dipartimento di Medicina clinica, Sanità pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, si svolgerà un pomeriggio di interventi dedicati al contributo italiano su questi temi. Aula D2.31, Piazzale S. Tommasi 1.
Il pomeriggio comincerà con un incontro con Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. Interverranno: Pino Arlacchi, già Vicesegretario generale dell’ONU; Fausto Cardella, Procuratore della Repubblica, L’Aquila; Vittorio Rizzi, Questore dell’Aquila. Varie altre persone, studiosi e operatori, hanno assicurato la loro presenza, da Nicola Trifuoggi a Stefania Pezzopane.
Nessuno come Giovanni Falcone ha incarnato quel che c’è di meglio nella cultura italiana della sicurezza. Nessuno come Federico Fellini, vincitore di quattro premi Oscar al miglior film straniero, ha rappresentato quel che c’è stato di meglio nel desiderio italiano di rinascita e di ricostruzione: i suoi capolavori scandiscono nel mondo il “miracolo italiano” degli anni Cinquanta.
Ad arricchire il pomeriggio, a partire dalle 17, dopo una breve pausa, ascolteremo il racconto di un commissario della Polizia di Stato in quiescenza, Nicola Longo, che fu pubblicamente riconosciuto da una delle più grandi organizzazioni investigative, la Drug Enforcement Agency, come uno dei suoi migliori collaboratori, capace di combattere magnificamente il traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata in campo internazionale. Ha scritto Frank Tarallo, capo della DEA in Italia: “Un poliziotto leggendario che entra nella squadra narcotici e, lavorando sotto copertura, dimostra l’amore che prova per il suo Paese insieme alla sua integrità e al suo onore”. Sarà presentato il volume “Poliziotto – Storie vere di Nicola Longo”, edito da Castelvecchi, oggi in testa alle classifiche dei libri più venduti. L’autore racconta non soltanto le sue avventure rocambolesche, ma la storia d’amicizia con Federico Fellini, che aveva deciso di farne addirittura un film. Alla preparazione di quel mancato film, avevano partecipato Tonino Guerra e Gianfranco Angelucci (che ha scritto una stupenda prefazione al volume). Interverranno i rappresentanti del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (SIULP); in particolare: Felice Romano, segretario generale nazionale; Michele Alessi, segretario nazionale; Fabio Lauri, segretario generale provinciale dell’Aquila.
Questo pomeriggio aquilano nasce inizialmente dalla volontà della professoressa Maria Falcone di presentare un volume di Francesco Sidoti e Mariateresa Gammone: “Che cosa significa essere europeo?”. Francesco Sidoti ha pensato che, tra Giovanni Falcone e Federico Fellini, abbiamo esempi molto concreti, per potere spiegare meglio di ogni libro che cosa vuol dire essere europeo e che cosa vuol dire essere italiano.
Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, nel comunicare il rammarico per l’impossibilità materiale di essere presente a questa celebrazione di Giovanni Falcone, ha sottolineato che “è dovere delle Istituzioni mantenere viva, soprattutto nelle coscienze dei nostri giovani, la sua eredità umana e spirituale come uomo, affinché ognuno di noi diventi sempre più testimone della legalità”.
Nell’occasione saranno brevemente presentate due iniziative aquilane nel settore della legalità, promosse dall’Osservatorio Giustizia Sicurezza Investigazione (OGISAQ): il primo numero degli Occasional Papers on Security, Criminology, Intelligence, Litigation Communication e il secondo numero della rivista “Sicurezza e scienze sociali”, Franco Angeli editore, dedicato alla Comunicazione giudiziale.
L’incontro vorrebbe testimoniare, ancora una volta, che L’Aquila e l’Italia possono ricordare un glorioso passato e possono volare, di nuovo, sempre più in alto.