L’AQUILA –  “Gli indagati hanno dimostrato di non essere soltanto cedevoli a ‘tangenti’ per bramosia di denaro ‘una tantum’. Essi hanno rilevato una dedizione costante ad attivita’ predatorie in danno della collettivita’, arrivando a suggerire i metodi corruttivi, a costruire societa’ ad hoc, a rappresentare realta’ fittizie, anche in momenti (il post sisma) in cui il dramma sociale e umano avrebbe suggerito onesta’ e trasparenza”.

E’ quanto scrivono i pm nell’ordinanza di custodia cautelare relativa all’inchiesta denominata ‘do ut des’ che ha portato alla luce un giro di dazioni in cambio di appalti per il post terremoto. In particolare le persone finite agli arresti domiciliari (Pierluigi Tancredi, Daniela Sibilla, Vladimiro Placidi e Pasqualino Macera) e gli altri indagati avrebbero favorito con una serie di atti illeciti la Steda Spa, di cui e’ amministratore unico e legale rappresentante Daniele Lago, di Bassano del Grappa, anch’egli indagato.

L’ordinanza ricostruisce minuziosamente come avveniva il passaggio di denaro per ottenere gli appalti, le percentuali percepite per ogni lavoro preso, come venivano contraffate le carte. Tancredi sarebbe stato il ‘deus ex machina’, insieme a Daniela Sibilla, sua stretta collaboratrice da anni. Macera, stando sempre all’accusa, sarebbe riuscito a farsi consegnare dall’imprenditore 60 mila euro “con il pretesto di dover comprare il favore del prof. Bernardo De Bernardinis, all’epoca dei fatti vice capo del Dipartimento della protezione civile e vice commissario delegato per l’emergenza sismica del 6 aprile 2009”.

Ovviamente era millantato credito. Il denaro sarebbe servito “al fine di risolvere positivamente la sospensione con riserve tecniche dell’offerta di gara della Steda Spa nell’ambito della procedura di gara per l’aggiudicazione di fornitura, trasporto e posa in opera di moduli abitativi provvisori in legno, gara a cui la Steda partecipava in Ati con altre imprese, tra cui la Mercatone Uno Service Spa di cui Macera era rappresentante per l’Abruzzo.

In particolare, su indicazione e consiglio di Tancredi, costantemente coadiuvato da Sibilla, Lago prometteva a Tancredi, Sibilla e Macera il pagamento di somme di denaro indicate nel contratto stipulato in data 18 dicembre 2009 tra la Steda Spa e la DA.MA Consulting srl, societa’ creata appositamente il 22 ottobre 2009 al fine di giustificare formalmente i versamenti di denaro dalla Steda Spa”. Le somme promesse erano pari a 7.200 euro mensili per una durata di 12 mesi, oltre a percentuali su ogni singolo lavoro procurato, variabili in relazione all’importo dei lavori.

“Di tali some venivano effettivamente erogate sei mensilita’ per un totale di 43.200 euro”. Inoltre, a saldo della pattuizione originaria, Lago consegnava a Tancredi cinque moduli abitativi provvisori del valore economico di mercato variabile di 40 mila euro ciascuno; in almeno un’occasione 10 mila euro contanti”. Lo stesso imprenditore “consegnava individualmente a Sibilla 12 mila euro a mezzo di assegni bancari”. In particolare – si legge ancora nell’ordinanza – “Tancredi, coadiuvato da Sibilla e Macera, in corrispettivo della illecita promessa e delle dazioni compiva atti contrari al proprio ufficio, consistenti nel garantire a Lago l’indicazione della Steda Spa quale impresa da inserire nei lavori di puntellamento e messa in sicurezza di edifici danneggiati, abusando della propria qualifica e in interferenza rispetto alle valutazioni e determinazioni del responsabile dell’ufficio ricostruzione del Comune dell’Aquila”.

Stando sempre ai capi di imputazione il vice sindaco Roberto Riga avrebbe accettato 30 mila euro, sempre per il tramite di Tancredi, affinche’ interferisse per garantire all’imprenditore l’acquisizione dei lavori di messa in sicurezza dell’immobile facente parte del consorzio Alto.Ma.C. Dell’Aquila. “Nell’ambito di tale promessa Lago consegnava a Riga, per il tramite di Tancredi, la somma anticipata di 10 mila euro. In seguito, comunque, i lavori non venivano affidati alla Steda ma ad altra impresa”.

Per quanto riguarda i puntellamenti di palazzo Carli, sede del rettorato, ad adoperarsi nei confronti della Steda sarebbe stato Vladimiro Placidi, all’epoca assessore alla ricostruzione dei beni culturali del Comune. “Lago prometteva a Placidi la somma di complessiva di 87.600 euro iva compresa mediante la stipula di un contratto con la Pro.ges, srl”, dello stesso Placidi, “avente per oggetto fittizie prestazioni di consulenza e servizi, appositamente stipulato per giustificare il passaggio di denaro.

Nell’ambito di tale accordo il 15 febbraio 2010 Lago versava la somma di 24 mila euro quale compenso, con la fittizia giustificazione del pagamento di un progetto di ingegneria apparentemente realizzato dalla Pro.ges. Srl ma in realta’ realizzato da dipendenti della stessa Steda.

I rimanenti 53 mila euro piu’ iva costituivano la promessa di pagamento per ulteriori acquisizioni di lavori di messa in sicurezza che Placidi accettava di procurare alla Steda successivamente, come da contratto con Pro.ges.”. Secondo quanto accertato dagli inquirenti per i “favori” resi all’imprenditore c’era un tariffario. Nata la DA.MA. Consulting, come riferito da Daniele Lago, il tariffario prevedeva un fisso mensile di 7.200 euro, un compenso del 7% per lavori fino a mezzo milione di euro, un compenso del 3% per lavori ricompresi fra cinque e dieci milioni di euro.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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