L’AQUILA – Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, potrebbe rassegnare le dimissioni.
La decisione non scaturisce dall’inchiesta di ieri culminata con quattro arresti per presunte tangenti negli appalti della ricostruzione post sisma, quanto, piuttosto, dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, delegato dal governo a gestire la ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del cratere sismico.Ma dopo qualche ora il sindaco nella bufera ci ha ripensato come suo solito e ai microfoni di Radio Città Futura’ ha dichiarato: “Resto anche se non ci sono piùsoldi per la ricostruzione e sono disperato. L’inchiesta. Mi auguro che la magistratura faccia subito chiarezza” (non potefa certo affermare una cosa diversa).
Il ministro, in sostanza, ha parlato di sterile “rivendicazionismo”, da parte del Comune, relativo ai fondi stanziati per la ricostruzione. “In mattinata – dice all’AGI Cialente – decidero’ cosa fare. Tutto dipendera’ dalle dichiarazioni del governo. Non vorrei che strumentalizzasse questa vicenda” “Dal 2009 ad oggi – ha ricordato Trigilia – sono stati spesi 12 miliardi di euro. Se siano stati spesi bene o no, io non lo posso dire. Non c’ero.
La magistratura e’ intervenuta piu’ volte per verificare presunte irregolarita’, questo lo so. Naturalmente auguriamoci di no, ma se le ipotesi investigative fossero confermate, questa vicenda sarebbe davvero deplorevole, metterebbe in discussione gli sforzi onesti di tante persone”. L’ultima inchiesta della magistratura aquilana e’ stata denominata ‘Do ut des’.
Agli arresti domiciliari sono finiti Pierluigi Tancredi, ex assessore di Forza Italia ed ex consigliere comunale del Pdl al quale Cialente affido’ la delega per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della citta’. La popolazione insorse (il sindaco ricevette in una sola notte un migliaio di sms di protesta) e il primo cittadino gli revoco’ l’incarico in meno di 48 ore.
Stessa misura restrittiva per Vladimiro Placidi, all’epoca dei fatti, tra il 2009 e il 2011 assessore comunale alla ricostruzione dei beni culturali nonche’ direttore dei beni culturali della Provincia dell’Aquila; Daniela Sibilla, dipendente del consorzio dei beni culturali e “braccio destro” di Tancredi gia’ da quando l’esponente politico era nella giunta di centrodestra; Pasqualino Macera, gia’ funzionario responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno spa.
Il vice sindaco Roberto Riga, indagato, ieri ha subito rassegnato le dimissioni dicendosi comunque estraneo a qualsiasi contestazione. Al centro dell’inchiesta l’impresa Steda spa, di Daniele Lago, imprenditore di Bassano del Grappa, aggiudicataria di alcuni appalti dietro laute dazioni. Sia gli arrestati che i quattro indagati, sono accusati, a vario titolo, di millantato credito, corruzione, falsita’ materiale e ideologica e appropriazione indebita.
L’enita’ delle tangenti scoperte ammonterebbe a circa 500 mila euro, mentre ci sarebbe stata un’appropriazione indebita, attraverso la contraffazione di documenti contabili, di 1 milione e 268 mila euro, relativa al pagamento di lavori. Le indagini hanno portato alla luce un sistema corruttivo in base al quale, imprenditori interessati ai lavori per la ricostruzione, pagavano tangenti in denaro o con i Map.