L’AQUILA – Le dimissioni del sindaco Cialente sono un atto responsabile quanto dovuto. Egli stesso, pur non indagato, ha riconosciuto i propri errori e la sconfitta politica, affermando, per primo, di poter diventare un ostacolo per la città.
Adesso, però, indietro non si torna, perché senza un vero cambiamento non c’è futuro.
In questa fase di smarrimento della città, le forze politiche che hanno sostenuto le Giunte del Sindaco dimissionario negli ultimi anni, stanno alimentando non le speranze per il futuro, ma solo la paura, evocando lo spettro del commissariamento, seminando il terrore sui fondi che non arriverebbero più, con conseguente blocco della ricostruzione, in contraddizione con quanto viene nel frattempo assicurato dal Governo e dall’Ufficio Speciale.
Nel polverone e nella confusione sollevati in questi giorni, si tenta di distrarre l’attenzione dal semplice fatto che è la stessa amministrazione sostenuta dal centrosinistra che non ha saputo impedire che la città diventasse preda di un sistema di spartizione, che ha avuto ed ha conseguenze pesantissime sulla vita di tutti noi. Nel totale silenzio dell’opposizione di centrodestra, coinvolto in inchieste che rivelano metodi non diversi nei governi di Regione e Provincia.
Rifiutiamo con forza lo stereotipo generalizzante della città dei mazzettari che si arricchiscono con il terremoto, ma vogliamo ricordare che i danni prodotti da quest’amministrazione vanno ben oltre le vicende scandalistiche di questi giorni. Parliamo dell’urbanistica contrattata, di investimenti infrastrutturali assurdi e dannosi, di nomine fatte secondo una logica tutta clientelare e non in base alle competenze tecniche.
Il vero blocco alla ricostruzione è questa politica, questo sistema.
La perdita di credibilità di questa amministrazione sta provocando un’inaccettabile delegittimazione dell’intera città. Ma è ancora più inaccettabile che i principali responsabili di questo sfascio tirino in ballo l’orgoglio di una città di cui tentano di farsi scudo.
Sono loro ad aver provocato questo sfascio, sono loro a doversi mettere da parte, dando alla città l’opportunità di riscattarsi.
Qualsiasi altra ipotesi – rimpasto o azzeramento di giunta – sarebbero solo un ennesimo tirare a campare, un rattoppo, un puntellamento che cadrebbe alla prima lieve scossa. Allora sì che si prospetterebbe un lungo periodo di commissariamento, di cui il sindaco porterebbe tutta la responsabilità.
Tenga fede il Sindaco alla parola data: non ci sarà nessun blocco della ricostruzione se questa città potrà cogliere l’occasione di un rinnovamento radicale della sua classe politica e dirigente.
Per questo, facendo seguito a quanto stabilito durante l’assemblea di sabato scorso, i movimenti promotori e aderenti alla manifestazione #dimettiamoli tornano sabato 18 gennaio alle ore 17 in Piazza Duomo per un incontro pubblico di confronto aperto a tutti coloro – singoli, gruppi, associazioni – che vogliono voltare pagina, mettendo in campo le forze migliori.
Facciamo appello soprattutto ai giovani, a cui l’immobilismo di questa amministrazione non ha saputo dare nessuna risposta, e a cui oggi l’opacità del suo operare sta togliendo anche la speranza.
#dimettiamoli SENZA CAMBIAMENTO NON C’È FUTURO
I movimenti

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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