L’AQUILA – Fare della questione di genere un’opportunità strategica per l’impresa e per la Pa, focalizzandosi sui cambiamenti ai sistemi e alla mentalità delle organizzazioni, coinvolgendo sia le donne che gli uomini. Ha ruotato intorno a questo punto il dibattito dal titolo “Leadership femminile – Il ruolo strategico delle donne in azienda e nella Pubblica amministrazione”, organizzato nell’ambito del Progetto “L’Aquila città per le donne” e tenutosi venerdì pomeriggio nella sala conferenze di Confindustria.
Un dibattito aperto dal saluto dell’assessore comunale alle Pari opportunità, Emanuela Iorio, che ha definito ogni donna «leader nella propria vita privata e nella propria famiglia». È stata poi Laura Tinari, imprenditrice e promotrice del Progetto, a portare al cuore della tematica «vogliamo leggere il tema della leadership femminile nell’ottica della valorizzazione delle differenze, dell’integrazione tra professionalità, competenze, sensibilità e mai della contrapposizione tra uomo e donna. Perché il team funzioni è necessaria la collaborazione». Ad evidenziare queste differenze nella modalità di conduzione di una organizzazione, pubblica o privata, è stata Elisa Antonioni, vice-presidente Associazione Italiana Direttori del Personale Abruzzo e Molise, sottolineando come le donne abbiano capacità organizzativa, mentre gli uomini doti di direzione del personale. Il vice-questore aggiunto della Polizia di Stato Questura della Provincia dell’Aquila, Delfina Di Stefano, ha invece portato tutti in un altro ambito, ripercorrendo la storia delle donne nella Polizia e sottolineando «Se oggi nelle questure italiane determinate posizioni non sono occupate da mie colleghe è perché i tempi non sono maturi e non per discriminazione. La nostra ambizione è arrivare ad un direttore generale donna». Settori diversi quelli che sono stati raccontati dalle donne che hanno partecipato al dibattito, dopo il mondo dell’impresa e quello della Polizia, infatti, la rettrice Università degli Studi dell’Aquila, Paola Inverardi, ha parlato del contesto accademico e della sua esperienza personale «Sono cresciuta con la consapevolezza che non ci sia nulla che una donna non possa fare, ma purtroppo la mancanza di politiche di sostegno le porta a continuare a scegliere la vita privata a scapito di quella professionale. Ho fatto della battaglia per l’asilo nido in ateneo il punto centrale della mia campagna elettorale prima per la presidenza della Facoltà di Scienze e poi per il Rettorato». Al centro però sempre il tema della differenza, anche per Isabella Rauti, consigliere del Ministro dell’Interno per le Politiche di contrasto della violenza di genere, sessuale e del femminicidio, è «fondamentale la distinzione tra uguaglianza di genere, come categoria giuridica, e differenza di genere, quale valore alla base della leadership». Per il consigliere Rauti il problema principale è ancora quello del pregiudizio «L’utilizzo del pregiudizio, giudizio che viene prima, senza conoscere, facilita la vita di chi lo usa e rende più difficile quella di chi ne è oggetto».
Il dibattito è stato coordinato da Eleonora Lopes, direttrice Abruzzo Impresa, una delle poche donne a capo di una testata giornalistica nella nostra regione.