L’AQUILA – Nel quarto trimestre 2013 la produzione industriale e’ apparsa sostanzialmente invariata (-0,2%) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente: un risultato da considerarsi tutto sommato positivo considerando la serie di sette trimestri pesantemente negativi da cui proviene il sistema manifatturiero regionale. E’ quanto emerge dall’indagine del Cresa, presentata stamani, condotta su 426 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione. Sotto il profilo dimensionale, il recupero della grande impresa e’ associato ad una buona dinamica tendenziale sia del fatturato estero che interno. Ha mostrato segni di rallentamento il calo produttivo delle medie e piccole imprese, attribuibile esclusivamente al buon andamento delle vendite nei mercati esteri (+5,1% e 0,7% rispettivamente) mentre e’ stato negativo l’impulso proveniente dalla domanda domestica. Il profilo congiunturale sembra consegnare diversi segnali positivi. Oltre a produzione e fatturato (cresciuti del 5,7% e 4,8% rispettivamente) va segnalato il buon andamento del fatturato estero (10%) sospinto in particolare dalle imprese di grandi dimensioni. Rispetto al terzo trimestre del 2013 l’occupazione mostra il segno della stabilita’, fenomeno comprensibile anche alla luce del tradizionale ritardo ciclico con cui il mercato del lavoro segue gli andamenti della produzione. Sotto il profilo settoriale, l’ultimo trimestre del 2013 e’ stato caratterizzato da andamenti piuttosto differenziati. La buona performance dei prodotti farmaceutici, dell’elettronica e del comparto alimentare e’ stata compensata da flessioni diffuse in tutti gli altri settori. Stando all’indagine la domanda interna ha confermato tutta la sua debolezza. Gli ordini interni hanno segnato un calo complessivo del -2,9%, su cui ha inciso in particolare il negativo andamento delle medie e grandi imprese. A livello settoriale la domanda interna ha spinto verso il basso tutti i principali settori di specializzazione della regione mentre ha manifestato segnali positivi, oltre che nell’alimentare, anche nell’elettronica e nei prodotti in legno.
E’ da valutare positivamente – sostiene il Cresa – la ripresa degli ordini esteri (2,8% il risultato tendenziale) sospinto dalle imprese di maggiori dimensioni. Restano improntate ad un certo pessimismo le previsioni degli imprenditori per i prossimi mesi: il saldo e’ pari a -7 punti percentuali nel trimestre in esame, in miglioramento rispetto a quello precedente. Mentre sul fronte della domanda interna continuano a prevalere opinioni negative (in particolare sull’occupazione) sul fronte della domanda estera le indicazioni sono incoraggianti (in particolare nei mezzi di trasporto, nei prodotti farmaceutici e del legno). “Le analisi congiunturali della seconda meta’ del 2013 segnalano che la risalita dell’economia italiana si e’ avviata e si diffonde con gradualita’ tra settori e territori – sottolinea il presidente del Cresa Lorenzo Santilli -. Restano tuttavia particolarmente penalizzate le imprese piu’ piccole e quelle orientate sul mercato interno, presenti maggiormente nel Mezzogiorno. Permangono vincoli gravosi che si frappongono al recupero di domanda e attivita’ nel Paese: il ritardo nell’aggiustamento della competitivita’ di costo; il razionamento del credito (causa maggiore rischiosita’ dei prestiti e bassa redditivita’ delle banche); la debolezza del mercato del lavoro, con l’occupazione ancora in forte caduta”. “I piu’ recenti dati di Prometeia stimano per l’Abruzzo una caduta del Pil superiore di un punto percentuale a quella media dell’Italia e un 2014 di fatto stagnante – evidenzia il direttore Francesco Prosperococco -. Accanto al quadro relativamente piu’ positivo di quella parte di attivita’ industriale che riesce a fare leva sui mercati esteri va sottolineato – dice il dirrettore – che solo il recupero della domanda interna potra’ estendere la ripresa anche al mercato del lavoro. Gli impulsi domestici continuano invece a rappresentare una nota dolente, ed e’ in questa direzione che riteniamo si debbano concentrare gli sforzi di tutti: decisori pubblici, sistema camerale, associazioni di categoria, sistema bancario”.